in questo numero articoli di
Omar Camiletti, Alessandro Cappelletti,
Luigi G. De Anna, Mario Grossi,
Alberto B. Mariantoni, Raffaele Morani,
Mauro Pecchia, Marco Petrelli, Miro Renzaglia,
Squali. O del cannibalismo finanziario
Il cannibalismo è praticato dalle specie animali per lo più in momenti di estrema emergenza alimentare. Per l’uomo, ad esempio, ne allude Dante in maniera nemmeno tanto criptica nella Divina Commedia, quando narra del Conte Ugolino, rinchiuso in una cella insieme ai due figli e condannato a morir di fame, arresosi infine a fare del cadavere dei congiunti orrido pasto: «poscia più che il dolor poté il digiuno» (Inferno, XXXIII, 75). In genere, però, vale l’antico “cane non mangia cane”. Eppure, qualche eccezione all’aureo detto nel regno animale c’è. Fra queste, la più osservata e nota è quella dello squalo che pratica il cannibalismo sia in fase uterina (i piccoli squali hanno i denti già in fase prenatale per cui l’esemplare più forte fa spesso strage dei fratelli) sia in quella postnatale: per i più grandi, infatti, i più piccoli della loro specie risultano un pasto assai prelibato.
– 29 ago '11