Gli esiliati di Plutone di Vito Introna

plutone[1].jpgSembra che i nostri notabili del governo Galattico Compartimentale abbiano scambiato l’antico classico di Orwell, che pure a tutt’oggi qualche piano di studi consiglia per gli studenti d’indirizzo storico-umanistico, per un abbecedario del self-recruitment.
Confinare su Plutone, in luogo dei più sofisticati congegni di rilevazione antintrusione, una massa di prigionieri ed oppositori politici è mossa sconclusionata oltre che azzardata, lo dicono perfino i Grulah, dandoci a intendere che se volessero potrebbero pianificare l’invasione del nostro sistema in quattro e quattr’otto.
Plutone da secoli è stato degradato a nanopianeta e, solo una quindicina d’anni fa, di seguito alla semicolonizzazione di Urano e Nettuno, è stato munito di avamposti abitati. La sua temperatura in celsius non supera mai i -240, un uomo indossante una tuta pressurizzata concepita per la vita su Nettuno potrebbe sopravvivere all’aperto per al massimo quaranta minuti, decorsi i quali tutti i sistemi di sopravvivenza della tuta esploderebbero di botto. La gravità inferiore a quella lunare, il buio perenne, le altissime montagne, l’assenza assoluta di vita rendono Plutone un incubo di morte sul quale è crudele esiliare perfino i più feroci Angur Xazquiani.
Le tre città costruite sul mare ghiacciato delle pianure centrali ospitano rispettivamente un milione, un milione e mezzo e novecentomila abitanti. I nomi imposti a quelle città purtroppo sono sbeffeggianti: Nuova Vita, Nuova Luce e Nuova Thule. Sorgono ai vertici di un triangolo equilatero, individuato da ignari cosmo-ingegneri nelle zone geologicamente più solide, sul fondale dell’oceano glaciale. Distano esattamente quaranta chilometri l’una dall’altra e sono collegate da tre autostrade, intubate nel ghiaccio d’ammoniaca ed azoto. ...

Vito Introna

continua racconto completo


http://www.domist.net/writers/introna_vito/introna_op_ita01.htm

http://www.edizionidiversasintonia.it/page009.htm  libro di Vito Introna