Oggi si chiude la splendida personale antologica (Castello Estense), inaugurata a fine novembre di Adriana Mastellari, artista ferrarese fra le più apprezzate e conosciute: personale curata dall’UDI e dal Comitato Biennale Donna. Circa 65 opere di scultura e di grafica ripercorrono il lungo itinerario artistico di una donna di grande talento, iniziato nei lontani anni ’70 del secolo scorso, fino a raggiungere la contemporaneità sempre con passo sicuro e rinnovato linguaggio espressivo.
Adriana Mastellari, ferrarese classe 1933, ha frequentato la Scuola del Libro di Urbino (1960) con validi incisori da Leonardo Castellani a Francesco Carnevali e illustratori da Paolini e Franci a Pani. Nel 1962 si iscrive all’Istituto d’Arte Dosso Dossi di Ferrara formandosi con maestri quali Virgili, Orsatti e Farinella. Successivamente si perfeziona nella scultura all’Accademia d’Arte di Bologna con Umberto Mastroianni e Dante Carpigiani.
Per Adriana Mastellari l’approccio alla scultura filtrato da un apprendistato accademico, è stato naturale. Fin dagli anni ’60 le emozioni, i turbamenti e la propria energia vengono profusi nel cuore della forma e della materia, attraverso un’intenzione espressionista che costantemente ritorna nella serie di opere dedicata alla ritualità del potere (anni ’80) e in quelle di ispirazione sacra. La scultura esce dalle mani di Adriana esaltata nella propria tensione energetica sia che si tratti di androgine figure femminili dalla testa piccola come un uovo e il corpo iconico lucidato a spolvero (Omaggio alle figure femminili dei Promessi Sposi), sia che si tratti di tematiche paesaggistiche o meglio ancora di veri e propri paesaggi dell’anima. Anche per quanto riguarda le “teste scolpite” in bronzo o in cotto, genere ritrattistico molto amato da Adriana, si nota una particolare drammaticità unita ad una tecnica artigianale che conosce il gesto ruvido e il segno incrostato. In mostra è presente un imponente busto in cotto policromo dal titolo Liberazione (1978), sapientemente modellato e “da cui emerge un volto femminile dai lineamenti forti e ben intagliati che vibra di dolore e forza trattenute a stento dalla materia inerme. Questo fremito che sale dai tendini tesi del collo e spinge il volto verso l’alto nel tentativo di trovare spazio vitale per il respiro, per la parola o per l’urlo, sostanzia il linguaggio artistico di Adriana (…) proteso verso la continua ricerca dei moti dell’animo più autentici e umani”.
Nei primi anni ’90 ha inizio il “periodo ecologico” dell’artista con sculture dalle forme plastiche essenziali e materiche dove le superfici scabrose e scavate sono inedita naturalità decorativa. “Sogni e allucinazioni si perdono attraverso terre inventate, montagne incantate sulla cui cima svettano alberelli mossi dal vento, o germoglia come un fiore un’esile figuretta femminile; o ancora sono montagne rotonde e gonfie come il ventre materno che vivono in simbiosi con il più domestico degli animali (il gatto) a tal punto da produrre un unicum di materia e forma. Uno spirito ironico e leggero accarezza costruzioni sferiche o coniche, così concrete da coincidere con l’energia rinnovatrice e la duttilità del materiale usato (terracotta), frammisto al suo odore denso, carico di umori della natura”.
Molte opere sono conservate presso i principali musei e gallerie private, in numerose città italiane e all’estero. Nel 1973 ha vinto il premio di scultura “Michelangelo d’Oro” (Massa Carrara), nel 1979 il primo premio di scultura “Pietro Nicolini” a Ferrara e nel 1994 il primo premio di pittura “Dante” a Ferrara.
http://www.estense.com/adriana-mastellari-conquista-il-castello-03205.html