DA FAI NOTIZIA SITO RADICALE /GIORNO
Un saggio, questo di Panebianco, di grande interesse, ben riassunto dall'occhiello che recita: " L'Europa ha molte ottime ragioni per appoggiare gli Stati Uniti nella lotta contro i talebani in Afghanistan, eppure quasi tutti i suoi governi (con l'eccezione dell'Italia) esitano a rafforzare il proprio impegno. Per miopia, disinteresse e timore dell'impopolarità ".
"Suscitando scandalo e costernazione fra i pacifisti, Barak Obama, nel suo discorso di accettazione del Nobel per la pace, ha rispolverato, riferendosi all’Afghanistan, l’idea della guerra giusta. In un certo senso, il più ovvio e superficiale, non poteva fare altro. Come altrimenti si possono giustificare le guerre che si stanno combattendo? In un altro senso, più profondo, l’evocazione della dottrina della guerra giusta mette in gioco molto di più. Rinvia a una serie stringente di condizioni che devono essere presenti perché l’uso della forza risulti necessario, e «giusta» possa essere definita la causa che si serve facendone uso. Come si conviene in un discorso di spessore, Obama ha fatto riferimento, sia pure rapidamente, a quelle condizioni.
La dottrina della guerra giusta venne forgiata dal pensiero cristiano medievale. Non serviva solo a prendere le distanze dal pacifismo incondizionato delle comunità cristiane delle origini. Da sant’Agostino a san Tommaso d’Aquino, fino a Francisco de Vitoria, lo scopo era soprattutto quello di limitare la guerra, di circoscriverla ai soli casi in cui non sussistessero altri strumenti per risolvere le controversie. I teologi cristiani individuarono allora una serie di condizioni la cui presenza consentiva di definire giusta una guerra. Occorreva che ci fosse una giusta causa. Essenzialmente, per il pensiero cristiano, una guerra era giusta solo se ricorrevano tre circostanze: doveva trattarsi di una guerra difensiva oppure di una guerra dichiarata allo scopo di riparare un torto e annullarne gli effetti o, infine, di una guerra punitiva, volta a sanzionare colui da cui si era ricevuto un danno. Quale che fosse il caso, inoltre, l’azione bellica doveva essere «proporzionata» (rispetto all’entità del danno o del torto). Originariamente opera di teologi, figlia del giusnaturalismo cristiano, la dottrina della guerra giusta venne ripresa da Ugo Grozio, convenzionalmente indicato, insieme a de Vitoria, come uno dei padri del moderno diritto internazionale. Grozio ne fece un elemento costitutivo di una concezione giusnaturalista dei rapporti fra gli Stati, in seguito adottata e perfezionata da numerosi epigoni. Nell’Ottocento, a causa del declino del giusnaturalismo e del trionfo del positivismo giuridico, la dottrina della guerra giusta venne abbandonata....
continua http://www.fainotizia.it/2009/12/28/la-guerra-giusta