Il Natale Pagano precristiano

 

HORUS.jpgda GORGON MAGAZINE

Yule Natale Pagano


Il Sol Invictus d'inverno prima dell'impianto cristiano


Forse non tutti sanno che la data del 25 Dicembre è originariamente legata alle feste di Yule o del Sol Invictus – giorni della “nascita” del sole, celebrato poco dopo il solstizio d’inverno - e non alla Natività cristiana. La festa cattolica, infatti, a dispetto di una diffusa e incorretta opinione comune, è stata impiantata sulla data del Sol Invictus solo in un secondo momento, con una serie di atti storicamente ben documentata.


I surrogati cattolici della festa del Sol Invictus sono stati animati da finalità prettamente politiche, e la loro dimensione storicamente determinata cozza in maniera stridente con la pretesa di universalità che ad essi si accompagna. Dal canto suo, il solstizio d’inverno è davvero un fatto umanamente universale e oggettivabile: i giorni tornano più lunghi delle notti, con tutte le ricadute simboliche di questo fenomeno sulla festa e sul mito.

 

La rinascita del Sole


Il termine "solstizio" deriva dal latino solstitium e si riferisce all'apparente stasi del percorso che il Sole compie in cielo. Nell’emisfero nord del pianeta, tra il 22 e il 24 Dicembre, la stella sembra non cambiare da un giorno all'altro il suo moto giornaliero, come se fosse ormai “ferma”.


Il fenomeno, tanto più evidente quanto si è prossimi all’equatore, astronomicamente parlando è quello dell’inversione del moto percepito del Sole nel senso della sua declinazione. L’astro si trova nel suo punto di massima distanza dal piano equatoriale, cosicché il buio della notte raggiunge la massima estensione rispetto alla luce del giorno. Nel solstizio d’inverno si registrano dunque la notte più lunga e il giorno più corto dell’anno. Subito dopo il solstizio, tuttavia, le ore di luce tornano ad aumentare gradualmente mentre quelle di buio diminuiscono – e così fino al momento del solstizio d’estate, in cui il processo si inverte nuovamente.


Il giorno del solstizio cade in genere il 21 Dicembre, ma i suoi effetti iniziano a essere visibili intorno al terzo o quarto giorno successivo, come attestano le mitologie, i calendari e le narrazioni di civiltà diversissime tra loro, accomunate dalla registrazione dell’effetto simbolico di un Sole che pare precipitare nell’oscurità, poi fermarsi, infine riprendere forza e rinascere.

 

Da Yule ai culti solari

La festa di Yule, di origine germanica e pre-cristiana, è una delle più antiche manifestazioni a oggi note a testimonianza dell’impatto culturale del solstizio d’inverno. Parziali resoconti sulle celebrazioni di questa festa riportano di danze e riposi, sacrifici animali e libagioni, continuate in Islanda per tutto il Medioevo in onore del dio pagano Freyl, che il clero cattolico avrebbe frainteso come Jul nella sua denuncia contro quelle pagane e demoniache giornate.


L’etimologia della parola Yule (Jòl) non è chiara, come anche la sua origine per alcuni nordica, per altri pre-indoeuropea. Sia come sia, Yule è un termine arcaico per Natale ancora in uso nei canti di natale antichi inglesi, in alcuni dialetti scozzesi, nei linguaggi scandinavi - dove viene usato per indicare altre festività di dicembre – e, per diffusione successiva, nelle lingue finniche.

Yule, tuttavia, non è l’unica risposta culturale alla percezione del fenomeno astronomico del solstizio.

La predominanza della luce sul buio (o simbolicamente del bene sul male) è un tema che accomuna pressoché ogni cultura e mitologia, e i giorni successivi al solstizio sono una data comune di nascita di altri personaggi divini o semidei accomunati dalla discendenza solare, dall’accadico Shamash al babilonese Tammuz fino al dio egizio Horus.....


continua

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