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Ferrara, perchè la sinistra ha perso le elezioni...

 

 

https://www.periscopionline.it/la-sinistra-e-le-elezioni-a-ferrara-perdere-e-non-capire-il-perche-296725.html   F. Monini

’intervento di Gaetano Sateriale su questo giornale [Qui], stringato, scritto per punti, ma senza sconti per nessuno, mi spinge a mettere in pubblico alcuni pensieri che già mi giravano in testa durante la campagna elettorale. Considerazioni confermate e maggiorate di segno nel dopo elezioni,  Anche io, senza partito e soldato semplice della società civile, ho “tifato” perché il Centrosinistra riuscisse a strappare alla Destra il governo di Ferrara.  Come si sa, non solo non c’è riuscito ma non c’è andato neppure vicino, incassando una sconfitta di proporzioni storiche. Dunque i miei pensieri, le mie critiche – spero non troppo urticanti per qualcuno – non vengono dall’esterno ma dall’interno: non abbiamo capito, abbiamo sbagliato, abbiamo perso. Noi Tutti, e mi ci metto anch’io.  Per non farla troppo lunga, anche io andrò per punti

1 –  Prima di tutto il PD. Anche se non sono mai stato del PD – credo anche di non averlo mai votato. Perché solo un cretino (e ahimè in Italia ce ne sono)  può pensare di poter vincere (a Ferrara come in Italia) senza o addirittura contro il PD.  La preminenza del Partito Democratico (in Emilia e a Ferrara in particolare) assegna automaticamente a questo partito la responsabilità maggiore delle scelte compiute in campagna elettorale, come del disastroso risultato elettorale.

2 – La scelta del Tavolo dell’opposizione, presentata dal PD ferrarese come “la grande novità”, ricalcava il tentativo nazionale del “campo largo” e si è risolta in una serie di riunioni, rinvii e trattative segrete per “mettere insieme tutti”. L’operazione è fallita, ma ciò che è peggio, il tavolo ha raccolto ed accolto nel suo seno visioni differenti e ha lasciato nel vago temi importanti (per non scontentare nessuno dei commensali) e impedito così l’adozione di un programma chiaro con obbiettivi precisi ed innovativi.  L’opposizione (o le opposizioni riunite)  si sono presentate ai ferraresi senza una nuova idea di Ferrara e del suo governo. Ovvio quindi che prevalesse la Ferrara e il governo esistente.

3 –  Il dopo voto è stato forse anche più deprimente. Davanti a una sconfitta così netta ci si poteva aspettare dal PD un radicale esame di coscienza, un ripensamento profondo sui contenuti e i modi di fare politica in città. Non c’è stato niente di tutto questo. Si è dimesso il segretario cittadino, proprio come era successo 4 anni fa dopo le elezioni del 2019, ma un capro espiatorio non serve ad aprire un diverso futuro.

4 – Tre formazioni politiche ferraresi – Sinistra Italiana, +Europa e Verdi Europa – hanno abbandonato il Tavolo dell’ opposizione (un’ulteriore prova di una scelta sbagliata) per divergenze sul metodo e non condividendo la candidatura del PD di Fabio Anselmo, sostenendo poi la candidatura di Anna Zonari de La Comune di Ferrara. Con una decisione inedita e di una gravità inaudita le direzioni nazionali dei tre partiti hanno tolto l’uso del simbolo ai gruppi ferraresi.  E’ indubbio che questa decisione ha ulteriormente indebolito le forze di opposizione.

5 -Fuori dal tavolo si è mossa la lista civica La Comune di Ferrara. con una proposta nuova sia nel metodo (incentrato su una partecipazione dal basso e aperta a tutti) sia nel merito (con un programma profondamente innovativo che proponeva una svolta nel governo della città). Il risultato modesto raggiunto nelle urne (meno del 3%) credo sia dovuto dall’incapacità di portare la propria proposta fuori da una ristretta cerchia di militanti.

6 – Per capire però le ragioni di una sconfitta così eclatante ((la peggiore di sempre, come è stato osservato) credo occorra concentrarsi sulle ragioni della vittoria della destra. Certo, a Ferrara il sindaco uscente è sempre partito da una posizione di vantaggio per la rielezione (così era stato per Tiziano Tagliani, Gaetano Sateriale e  per il lungo regno di Roberto Soffritti), ma per vincere occorre con-vincere  i cittadini ferraresi. Molti a sinistra hanno gridato contro la propaganda messa in campo da Alan Fabbri e dalla destra. La propaganda, la campagna di comunicazione c’è stata e poderosa (penso soprattutto alla lenzuolata a pagamento che ha coperto Ferrara alla vigilia della campagna elettorale) ma da che mondo e mondo la comunicazione elettorale e la  propaganda da sole non fanno vincere le elezioni. Ci vuole altro, con-vincere appunto.

7 – Questo non toglie che la sinistra sia stata carente anche sul versante della comunicazione. E’ partita tardissimo (per le note ragioni) e si è affidata quasi unicamente ai canali tradizionali. A Ferrara ci sono 5 organi di informazione locale (Carlino, Nuova Ferrara, Estense.com, Ferrara Today e l’emittente televisiva Telestense), e tutti hanno ospitato in modo massiccio argomenti, liste e candidati in lizza. Alla luce del risultato elettorale, appare evidente quanto queste vie di comunicazione (lo sanno anche anche i sassi) siano ormai poco efficaci se non addirittura ininfluenti, non riescano cioè a raggiungere la grande maggioranza degli elettori.

8 – Ma la destra ferrarese, l’Amministrazione uscente, non ha fatto solo propaganda, ma aveva in testa un’idea di città ben precisa e su questa base aveva sviluppato in questi anni una serie di azioni urbane (micro e macro), una strategia che si è rivelata vincente. I ferraresi, la maggioranza in città e nelle frazioni, a questa idea di città hanno aderito. Così nel 2024, al termine della prima consiliatura, la destra si è presentata come una forza autorevole, “governativa”, molto più forte di quanto lo era nel 2019, quando la scena era occupata dalle marce di Naomo Lodi.

9 – Combattere (e vincere) con una destra che ha conquistato una sorta di egemonia culturale (o comunque il consenso della maggioranza della cittadinanza) è compito che fa tremare i polsi. Quel che è certo è che non possono bastare i presidi intonando Bella ciao, le riunioni con i soliti noti, le biciclettate, le polemiche spicciole, le foto in primo piano sul Carlino, gli slogan elettorali triti e ritriti, gli sfottò (faccio un esempio) al geometra-assessore Gulinelli, eccetera. Se l’idea di città annunciata e messa in opera dalla destra piace ai ferraresi,  l’unico modo per vincere è studiare, proporre è  comunicare porta a porta  una diversa idea di città. Non certo il ritorno al passato pre Fabbri, ma una proposta nuova, coraggiosa e attrattiva.

10 – Di cosa deve essere fatta questa nuova idea di città?  In effetti qualcuno – penso al lavoro del Forum Ferrara Partecipata e al programma di La Comune di Ferrara– ha avanzato alcuni temi innovativi: erano l’abbozzo di una nuova idea di citta. Ecco dunque il nodo dei Beni Comuni da riportare in mano pubblica, l’urgenza della Decarbonizzazione e di una mobilità sostenibile liberando la città dalla morsa delle auto,  la proposta di nuove forme di democrazia partecipativa e di accoglienza. Queste indicazioni potevano diventare i caposaldi di una nuova e diversa visione della Ferrara futura. Purtroppo queste intuizioni non sono diventate patrimonio di tutto il campo delle opposizioni. E sono rimaste intuizioni,  invece di diventare un dettagliato progetto urbano da mettere in atto.  Se però non vogliamo rassegnarci a una destra padrona per sempre. su queste cose  occorrerà studiare, lavorare, coinvolgere intelligenze e competenze, ascoltare la voce e i bisogni dei cittadini. Abbiamo 4 anni davanti, non sprechiamoli.

Per leggere gli articoli di Francesco Monini su Periscopio clicca sul nome dell’Autore

 Solita solfa del solito Monini, da tempo comandante mediocre di Ferrara Italia, dopo la fine sorprendente di Gessi e la solita sinistra incapace di capire dopo anni perchè la sinistra non è piu' credibile; persino imbarazzante commentare ancora quella che ovvio da decenni ormai, las inistra è estnta...




 

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