Vitaldo Conte: 'Julius Evola (Vita Arte Poesia Eros come Pensiero e Virus)', eBook, Tiemme Edizioni Digitali, 2021
Il Futurismo di "Evola in Arte Astratta"
Dal 'Dialogo con Vitaldo Conte'
Dal 'Dialogo con Vitaldo Conte'
(…) Evola si muove nella cultura del primo Novecento, sensibile a interessi esoterici, anche grazie alla frequentazione dello studio di Giacomo Balla.
(…) Il rapporto fra Evola e il Futurismo è rintracciabile nel suo passaggio definito di "idealismo sensoriale" sintetico. La sua espressione artistica ha un'attenzione verso i ritmi sussultanti delle indicazioni dinamiche sensoriali: c'è il "pensiero" di una "Forma nuova = forma spirituale esclusivamente massima sintesi = bellezza dell'individuo contro la bellezza della natura = architettura del pensiero" – come lo stesso autore chiarisce. La dinamica e linguistica mistica "è assolutamente fuori dall'oggetto (...) che è rinchiuso in noi. (...) in quanto noi stessi quale spirito siamo gli unici soggetti dei nostri quadri". La sua prospettiva di ricerca e creazione si esplicita, quindi, sempre più verso approdi spiritualistici. Evola non è attratto dal meccanicismo fisico futurista ma, viceversa, lo è verso le geometrie interiori che possono condurre alla costruzione alchemica di un procedimento. Questi suoi percorsi pittorici entrano pienamente nello spartito dei linguaggi non-figurativi europei, in cui l'autore inserisce l'espressione analitica di uno spiritualismo assoluto. Il suo "astrattismo mistico" si configura, già nel 1919, come un superamento della sensorialità e del dinamismo espressi nel movimento futurista, attraverso relazioni ulteriori, che ridefiniscono il precedente sintetismo con l'ideale di un analogismo meccanico.
– Qual è il rapporto fra Evola e il futurismo romano? Un futurismo che conobbe più di un lato esoterico, se non sbaglio.
(…) È importante attribuire (come ho già accennato) una opportuna rilevanza, per la sua formazione artistico-culturale e per il suo stesso passaggio futurista, alla frequentazione dello studio-atelier di Balla, di cui è in un qualche modo "allievo" (specificazione dovuta alla sua ritrosia nell'aderire profondamente a qualcosa).
Evola, pur elaborando, in maniera personale, la propria espressione verso una proposizione di non-figurazione spiritualistica, partecipa dialetticamente, al tempo stesso, alle acquisizioni sviluppatesi nel Futurismo. Il suo "idealismo sensoriale" sintetico si sviluppa nella seconda metà degli anni Dieci, a Roma (è incluso, infatti, nel futurismo romano): dove lo stesso autore opera e in cui è pienamente inserito con i suoi rapporti con Balla e Prampolini. Interessi di natura esoterica, anche se con sviluppi differenti, sono diffusi negli ambienti culturali e artistici romani d'inizio secolo: sono presenti anche nel gruppo futurista, soprattutto in Balla e Ginna, con i quali Evola intrattiene rapporti di amicizia.
Una concisa e preziosa testimonianza di Arnaldo Ginna, nei primi anni Settanta, è la prova del coinvolgimento di Evola e di un certo Futurismo verso le "relazioni" esoteriche: "Evola dipingeva un astrattismo di stato d'animo molto vicino a quello che facevo io, con quel pizzico di sentimento profondo animico occulto. Ciò veniva dal fatto che Evola, come me, si interessava di occultismo traendone, s'intende secondo la propria inclinazione, un succo personale. Non so precisamente definire gli studi e le esperienze di Evola, so soltanto che ciascuno di noi aveva tra le mani i libri di teosofia della Besant e della Blavatsky, e poi le opere di antroposofia di Rudolf Steiner". Nel testo pittorico di Evola emerge, dunque, "lo stato d'animo di chi sente l'odore di forze occulte trascendentali"".
(…) È importante attribuire (come ho già accennato) una opportuna rilevanza, per la sua formazione artistico-culturale e per il suo stesso passaggio futurista, alla frequentazione dello studio-atelier di Balla, di cui è in un qualche modo "allievo" (specificazione dovuta alla sua ritrosia nell'aderire profondamente a qualcosa).
Evola, pur elaborando, in maniera personale, la propria espressione verso una proposizione di non-figurazione spiritualistica, partecipa dialetticamente, al tempo stesso, alle acquisizioni sviluppatesi nel Futurismo. Il suo "idealismo sensoriale" sintetico si sviluppa nella seconda metà degli anni Dieci, a Roma (è incluso, infatti, nel futurismo romano): dove lo stesso autore opera e in cui è pienamente inserito con i suoi rapporti con Balla e Prampolini. Interessi di natura esoterica, anche se con sviluppi differenti, sono diffusi negli ambienti culturali e artistici romani d'inizio secolo: sono presenti anche nel gruppo futurista, soprattutto in Balla e Ginna, con i quali Evola intrattiene rapporti di amicizia.
Una concisa e preziosa testimonianza di Arnaldo Ginna, nei primi anni Settanta, è la prova del coinvolgimento di Evola e di un certo Futurismo verso le "relazioni" esoteriche: "Evola dipingeva un astrattismo di stato d'animo molto vicino a quello che facevo io, con quel pizzico di sentimento profondo animico occulto. Ciò veniva dal fatto che Evola, come me, si interessava di occultismo traendone, s'intende secondo la propria inclinazione, un succo personale. Non so precisamente definire gli studi e le esperienze di Evola, so soltanto che ciascuno di noi aveva tra le mani i libri di teosofia della Besant e della Blavatsky, e poi le opere di antroposofia di Rudolf Steiner". Nel testo pittorico di Evola emerge, dunque, "lo stato d'animo di chi sente l'odore di forze occulte trascendentali"".
NOTA. Il testo è estratto, con qualche modifica, da: V. Conte, Evola in Arte Astratta, in M. Iacona, Il Maestro della Tradizione (Dialoghi su Juilius Evola), Controcorrente, 2008.