Sutri, sacro e profano all’inaugurazione del Museo Doebbing: i vescovi, invitati da Sgarbi, “disertano” la sala con le foto dei nudi di Wilhelm Von Gloeden.
Sutri, sacro e profano all'inaugurazione del Museo Doebbing: i vescovi, invitati da Sgarbi, "disertano" la sala con le foto dei nudi di Wilhelm Von Gloeden.
SUTRI - Invitati da Vittorio Sgarbi all'apertura del museo diocesano (ribattezzato dallo storico e critico d'arte "Museo Doebbing" in ricordo del vescovo che lo fece restaurare) vescovi e monsignori giunti sabato 15 settembre a Sutri, hanno "disertato" la sala in cui sono esposte le foto di nudi di Wilhelm Von Gloeden "in dialogo" con altri nudi dell'artista contemporaneo Roberto Ferri: una sequela di membri maschili "immortalati" dal fotografo tedesco celebre soprattutto per i suoi studi di nudo maschile di ragazzi siciliani in ambiente pastorale, che fotografava assieme ad anfore o costumi ispirati all'antica Grecia.
A fare da Cicerone era lo stesso Sgarbi, che dallo scorso giugno è sindaco di Sutri, ma quando la visita ha fatto tappa nella cosiddetta "sala dei nudi", i prelati, con in testa il vescovo di Civita Castellana, Monsignor Romano Rossi, invece che fermarsi ad ascoltare il discorso del sindaco-critico d'arte, hanno proseguito spediti e senza verbo proferire verso le altre stanze.
Momenti di grande imbarazzo, ma anche di tanta ilarità quando Sgarbi ha osservato: "Peccato, era la sala più eccitante del museo". Monsignor Rossi gli ha replicato con un sorriso.
Nessun commento dai prelati. Tranne le smorfie di disappunto (e le occhiatacce rivolte a Sgarbi) di monsignor Giuseppe Sciacca (dal 13 febbraio 2013 uditore generale della Camera Apostolica e dal 1º settembre 2016 segretario del Supremo tribunale della Segnatura apostolica) che, invitato a commentare, ha tagliato corto: "Io? Io non c'ero".
Intanto nel giornata d'inaugurazione il Museo ha fatto registrare oltre 1.000 visitatori, per lo più arrivati da fuori: unnumero straordinario per una cittadina di solo 4 mila abitanti.
Tutte le informazioni sul sito museopalazzodoebbing.it
(In allegato le foto dello "scandalo" esposte in una delle sale di Palazzo Doebbing).
l'Ufficio Stampa
(Nino Ippolito)