di Roby Guerra
Da sempre la fu sinistra vince a Ferrara anche per colpa dell'inconsistenza e la debolezza e anche la palese diversamente empatia con il potere rosso stesso delle Opposizioni!. Ferrara è un quartiere di qualche metropoli prototipo, città di debole tradizione moderna, tranne nel Rinascimento quando fu protagonista europea, e in altre rare stagioni, fino al contemporaneo. Ergo, al di là dell'ideologismo, la stagnante storia politica recente di Ferrara è come un Re Nudo, appunto pochi osano dirlo e testimoniarlo: al di là dei dibattiti manifesti a volte non secondari ovviamente nei contenuti decisivi (si pensi solo all'entropia quasi local multietnica), il Codice Ferrara è sottostante, sempre a livello di significanti, giochi anche automatici inconsci di clan, famiglie, non necessariamente dinastici ma una vera e propria diversamente Famiglia allargata. Cattocomunisti, neoconservatori, ma in realtà essenzialmente Ferraresi! Tardo contadini, inetti al senso del futuro e all'analisi prospettica.
Fatta fuori dal trend secondo novecento della Via Emilia, in quegli anni cruciali, prima della pur non banale scommessa, fine secolo, di città d'arte nell'era del duca rosso Soffritti (non necessariamente negativa, anzi...) negli anni 60 soprattutto, ma anche '70 la città si è accontentata di una centralità chimica internazionale pure con la Montedison/Enichem e qualche altro indizio industriale, della sua agricoltura primordica, dimenticandosi di aprire canali leggi treni verso il suo già prevedibile avvenire marittimo, i lidi ex ferraresi oggi comacchiesi, gli unici di tutta la riviera romagnola non raggiungibili per via ferroviaria! Idem di fare in quegli anni di boom generale, una vera e propria metropolitana leggera che oggi avrebbe persino permesso di trasformare davvero Ferrara, almeno dentro le mura, ma mica area minima, in una Piccola Venezia in certo senso, con una evoluta ZTL globale degna di questo nome e con - in tal ipotesi parallela---. un servizio efficentissimo per il trasporto pubblico, ad hoc per una città villaggio come Ferrara. Ovvero facile stimare in tale scenario effetti farfalla positivissimi per la qualità della vita, dell'aria e anche produttiva per il mare poco distante, ecc. Oggi su quel futuro impossibile per miopia caratteriale local, si sarebbe già innestata l'AV come magari a Reggio Emilia e i turisti arriverebbero a Ferrara,, città d'arte, non a singhiozzo come ora per via di trasporti da borgo insignificante, ma assai più facilmente e gradevolmente. Al buon pessimo Franceschini, ministro della cultura e del turismo, ferrarese, non passa nemmeno per la testa la consapevolezza di tal baco per una città d'arte. La sua riforma è inutile per Ferrara quando dimostra di non capire nulla probabilmente neppure dei Treni Lima, lasciando la città tutt'oggi out dalla velocità mentale e pragmatica per farla decollare in tal senso turistico-artistico-culturale!!!
In ogni caso, se il PostPCI ha demolito anche le buone intuizione dell'ultimo PCI eurocomunistico.., le opposizioni anche nell'era Berlusconi sono sempre riuscite nella storica impresa controcorrente di fare vincere l'attuale PD. L'oppositore storico oggi Senatore Balboni a suo tempo rara opposizione da giovane, poi pur anche approdando nell'era del Premier di Arcore, anche in Parlamento, non ha mai spiegato perchè qua a Ferrara i vari AN, PDL, FItalia hanno sempre fatto a gara quasi come marketing gratis per la vittoria della sinistra con le loro stretegie sempre fallimentari. I migliori poi in quegli anni, e cito solo G. Leone, F. Grillo, C. Dana, S. Gargioni e pochi altri, costretti a depoliticizzarsi (a parte Leone prematuramente scomparso, raro intellettuale contro qua a Ferrara), sempre avanti i mediocri e perdenti come tal Dragotto, FItalia a Ferrara è sempre stata ridicola, una parodia di Arcoriani su Marte persino di Guzzanti!!! E nulla cambia nel copione anche ai nostri giorni. Può una opposizione che gioca sempre al primo della classe e incapace di fare sempre Rete, inclusi leghisti, grillini e anche a suo tempo i radicali, senza mai capire la necessità anche di una base dalla società civile culturale e di una controinformazione, anche ridicolo farlo nell'era di Internet, essere credibile? Gli elettori rispondono sempre no, qualunque porcata possa fare il PostPCI cattocomunista e ora anche gaiocomunista e islamocomunista qua a Ferrara. A parte eccezioni, vince sempre l'archetipo del Ferrarese premoderno, le opposizioni sono cognitivamente poco evolute, d'altra parte un villaggio città premoderno a livello psichico altro non può generare che soggetti premoderni, che girino in google car con lo smartphone al grafene attaccato al lobo sinistro, poco importa. L'elogio dell'ignoranza, della cecità al futuro, simultaneo ai valori obsoleti del contadinismo strutturale e etnico local, ottusità, tutti stregoni tuttologi, invidia verso il libero cittadino di passaggio o eretico raro in città, intrighi taciti e sempre passaparolanti, incapacità sinaptica di parole dirette e non alla ferrarese, sempre quasi ideogrammatiche, come poi nelle stesse antiche culture orali più o meno semianimistiche, un poco come certi villaggi iperboli alla S. King sono la veraFerrara che si allucina in una presunta e anzi solo percepita patina di città d'arte veromoderna ... Coinvolge (salvo le solite eccezioni, alcune anche politik) tutti come, riassumendo, una grande piccola famiglia allargata, politici di governo o opposizione local, classe imprenditoriale o produttiva (eufemismi) dell'informazione (testate che scambiano il localismo alla rovescia timorosi spesso di segnalare un link che rimanda fuori mura!!! o persino tecnicamente da anni 80 daltonici, si pensi solo a Telestense), della cultura stessa, spesso sopravvalutata, nonostante anche certo secondario ma prezioso costante magma creativo, plurigenerazionale ma poi condannato all'effimero quasi sempre, perchè non basta nel 2016 andare sulla Luna con l'Ippogrifo ma almeno ci vuole una google map (nella metafora) dentro la propria testa!!! Figurarsi, sempre metafore, navicelle personal o collettive o istituzionali concretamente tecnologiche!!!!
Qundi riassumendo... Ferrara game over e borgo multietnico prossimo venturo senza alternative? Di questo passo è quasi certo: ci vorrebbe un FERxit mentale anche nelle opposizioni. Ovvero, via libera a Alan Fabbri come futuro sindaco e fin dal prossimo autunno, magari con il flop del Referendum Renzi ben noto, un business plan politik local e big data strategy , mai visto a Ferrara. E gli oppositori oggi diversamente collusi? Beh, carta bianca a Spath e Fornasini e le vecchie guardie la smettano di interferire, ruoli - Balboni ad esempio. più da supervisore non vincolante..., per il giusto comunque rispetto storico, Anselmi o altri di Forza Italia stagionati via dalla politica. Ci vorrebbero anche i Grillini, ma non (e qua molta base e vertice simile) i resti dell'estrema sinistra e dell'ambientalismo luddista, che recentemente per le amministrative, mentre a Torino, l'antagonismo leghista ecc ha voltato per l'Appendino e in modi decisivi, purtroppo hanno salvato Renzi e il PD da un flop anzitempo clamoroso, non votando per Parisi e la Bargonzoni a Milano e Bologna. Probabile utopia, visto certo andazzo, ma la Rete altro non può essere in senso politico decente altro che impostata in tali dinamiche...
Da sempre la fu sinistra vince a Ferrara anche per colpa dell'inconsistenza e la debolezza e anche la palese diversamente empatia con il potere rosso stesso delle Opposizioni!. Ferrara è un quartiere di qualche metropoli prototipo, città di debole tradizione moderna, tranne nel Rinascimento quando fu protagonista europea, e in altre rare stagioni, fino al contemporaneo. Ergo, al di là dell'ideologismo, la stagnante storia politica recente di Ferrara è come un Re Nudo, appunto pochi osano dirlo e testimoniarlo: al di là dei dibattiti manifesti a volte non secondari ovviamente nei contenuti decisivi (si pensi solo all'entropia quasi local multietnica), il Codice Ferrara è sottostante, sempre a livello di significanti, giochi anche automatici inconsci di clan, famiglie, non necessariamente dinastici ma una vera e propria diversamente Famiglia allargata. Cattocomunisti, neoconservatori, ma in realtà essenzialmente Ferraresi! Tardo contadini, inetti al senso del futuro e all'analisi prospettica.
Fatta fuori dal trend secondo novecento della Via Emilia, in quegli anni cruciali, prima della pur non banale scommessa, fine secolo, di città d'arte nell'era del duca rosso Soffritti (non necessariamente negativa, anzi...) negli anni 60 soprattutto, ma anche '70 la città si è accontentata di una centralità chimica internazionale pure con la Montedison/Enichem e qualche altro indizio industriale, della sua agricoltura primordica, dimenticandosi di aprire canali leggi treni verso il suo già prevedibile avvenire marittimo, i lidi ex ferraresi oggi comacchiesi, gli unici di tutta la riviera romagnola non raggiungibili per via ferroviaria! Idem di fare in quegli anni di boom generale, una vera e propria metropolitana leggera che oggi avrebbe persino permesso di trasformare davvero Ferrara, almeno dentro le mura, ma mica area minima, in una Piccola Venezia in certo senso, con una evoluta ZTL globale degna di questo nome e con - in tal ipotesi parallela---. un servizio efficentissimo per il trasporto pubblico, ad hoc per una città villaggio come Ferrara. Ovvero facile stimare in tale scenario effetti farfalla positivissimi per la qualità della vita, dell'aria e anche produttiva per il mare poco distante, ecc. Oggi su quel futuro impossibile per miopia caratteriale local, si sarebbe già innestata l'AV come magari a Reggio Emilia e i turisti arriverebbero a Ferrara,, città d'arte, non a singhiozzo come ora per via di trasporti da borgo insignificante, ma assai più facilmente e gradevolmente. Al buon pessimo Franceschini, ministro della cultura e del turismo, ferrarese, non passa nemmeno per la testa la consapevolezza di tal baco per una città d'arte. La sua riforma è inutile per Ferrara quando dimostra di non capire nulla probabilmente neppure dei Treni Lima, lasciando la città tutt'oggi out dalla velocità mentale e pragmatica per farla decollare in tal senso turistico-artistico-culturale!!!
In ogni caso, se il PostPCI ha demolito anche le buone intuizione dell'ultimo PCI eurocomunistico.., le opposizioni anche nell'era Berlusconi sono sempre riuscite nella storica impresa controcorrente di fare vincere l'attuale PD. L'oppositore storico oggi Senatore Balboni a suo tempo rara opposizione da giovane, poi pur anche approdando nell'era del Premier di Arcore, anche in Parlamento, non ha mai spiegato perchè qua a Ferrara i vari AN, PDL, FItalia hanno sempre fatto a gara quasi come marketing gratis per la vittoria della sinistra con le loro stretegie sempre fallimentari. I migliori poi in quegli anni, e cito solo G. Leone, F. Grillo, C. Dana, S. Gargioni e pochi altri, costretti a depoliticizzarsi (a parte Leone prematuramente scomparso, raro intellettuale contro qua a Ferrara), sempre avanti i mediocri e perdenti come tal Dragotto, FItalia a Ferrara è sempre stata ridicola, una parodia di Arcoriani su Marte persino di Guzzanti!!! E nulla cambia nel copione anche ai nostri giorni. Può una opposizione che gioca sempre al primo della classe e incapace di fare sempre Rete, inclusi leghisti, grillini e anche a suo tempo i radicali, senza mai capire la necessità anche di una base dalla società civile culturale e di una controinformazione, anche ridicolo farlo nell'era di Internet, essere credibile? Gli elettori rispondono sempre no, qualunque porcata possa fare il PostPCI cattocomunista e ora anche gaiocomunista e islamocomunista qua a Ferrara. A parte eccezioni, vince sempre l'archetipo del Ferrarese premoderno, le opposizioni sono cognitivamente poco evolute, d'altra parte un villaggio città premoderno a livello psichico altro non può generare che soggetti premoderni, che girino in google car con lo smartphone al grafene attaccato al lobo sinistro, poco importa. L'elogio dell'ignoranza, della cecità al futuro, simultaneo ai valori obsoleti del contadinismo strutturale e etnico local, ottusità, tutti stregoni tuttologi, invidia verso il libero cittadino di passaggio o eretico raro in città, intrighi taciti e sempre passaparolanti, incapacità sinaptica di parole dirette e non alla ferrarese, sempre quasi ideogrammatiche, come poi nelle stesse antiche culture orali più o meno semianimistiche, un poco come certi villaggi iperboli alla S. King sono la veraFerrara che si allucina in una presunta e anzi solo percepita patina di città d'arte veromoderna ... Coinvolge (salvo le solite eccezioni, alcune anche politik) tutti come, riassumendo, una grande piccola famiglia allargata, politici di governo o opposizione local, classe imprenditoriale o produttiva (eufemismi) dell'informazione (testate che scambiano il localismo alla rovescia timorosi spesso di segnalare un link che rimanda fuori mura!!! o persino tecnicamente da anni 80 daltonici, si pensi solo a Telestense), della cultura stessa, spesso sopravvalutata, nonostante anche certo secondario ma prezioso costante magma creativo, plurigenerazionale ma poi condannato all'effimero quasi sempre, perchè non basta nel 2016 andare sulla Luna con l'Ippogrifo ma almeno ci vuole una google map (nella metafora) dentro la propria testa!!! Figurarsi, sempre metafore, navicelle personal o collettive o istituzionali concretamente tecnologiche!!!!
Qundi riassumendo... Ferrara game over e borgo multietnico prossimo venturo senza alternative? Di questo passo è quasi certo: ci vorrebbe un FERxit mentale anche nelle opposizioni. Ovvero, via libera a Alan Fabbri come futuro sindaco e fin dal prossimo autunno, magari con il flop del Referendum Renzi ben noto, un business plan politik local e big data strategy , mai visto a Ferrara. E gli oppositori oggi diversamente collusi? Beh, carta bianca a Spath e Fornasini e le vecchie guardie la smettano di interferire, ruoli - Balboni ad esempio. più da supervisore non vincolante..., per il giusto comunque rispetto storico, Anselmi o altri di Forza Italia stagionati via dalla politica. Ci vorrebbero anche i Grillini, ma non (e qua molta base e vertice simile) i resti dell'estrema sinistra e dell'ambientalismo luddista, che recentemente per le amministrative, mentre a Torino, l'antagonismo leghista ecc ha voltato per l'Appendino e in modi decisivi, purtroppo hanno salvato Renzi e il PD da un flop anzitempo clamoroso, non votando per Parisi e la Bargonzoni a Milano e Bologna. Probabile utopia, visto certo andazzo, ma la Rete altro non può essere in senso politico decente altro che impostata in tali dinamiche...