Ferrara post-terremoto: la saggezza degli unicorni di Paolo Giardini

L’unicorno, simbolo di estrema saggezza, è un cavallo bianco dai poteri magici avente sulla fronte un lungo corno attorcigliato. Col futile pretesto di non averne mai visto uno, gli scettici sostengono che sia un’entità immaginaria. Sono gli stessi che senza mai aver visto un quark credono con fermezza alle sue incredibili proprietà quantistiche. Sappiano quegli incoerenti signori che, nonostante le loro fisime pseudoscientifiche, di unicorni ce n’è una caterva. Non si vedono perché sono magici, ed è ovvio che con le vigenti convenzioni sociali, per le quali è considerato una merda chi non deambula a bordo di un SUV BMW,preferiscano non apparire in fattezze equine cornute.

C’è motivo per ritenere che gli unicorni siano i nostri amministratori pubblici e governanti, assurti al ruolo dopo essersi iscritti al PD: impossibile non osservare quel certo non so che di algida inumanità, ed è impossibile che sia frutto del caso quel mirabile concentrato di serietà, rigore, disinteresse personale, equilibrio e sensatezza, che consente loro l’impeccabile contabilità, l’estrema oculatezza sia nei grandi investimenti che nelle spese minute, la consequenzialità delle decisioni per cui non sbagliano mai un colpo. Per non dire della straordinaria visione di prospettive che poi si rivela infallibile previsione. Un insieme di requisiti rarissimo a trovarsi fra gente comune.

Va da sé che noi umani mancanti di proprietà unicornali, rispetto a loro siamo un po’ tonti. E’ senz’altro per questo motivo che non capisco come si sia potuto sostituire a Ferrara il plurisecolare ospedale in città con un ospedale-corridoio a 15 km fuori città, spalmato per ettari a quota -1,5 m rispetto alla campagna (antisismico l’ospedale, non antisismica la terra umida su cui appoggia, pronta a liquefarsi con scosse di frequenza giusta). Per gli stessi limiti cognitivi mi pare stralunata la vendita per pochi milioni di euro della rete di distribuzione gas ferrarese che costa almeno mezzo miliardo. Però corre voce che gli unicorni abbiano considerato le grandi economie di scala possibili all’acquirente: ci abbiamo rimesso una fortuna adesso, ma ci ritorna in casa poco alla volta coi risparmi nelle bollette. Per sempre. Starebbe qui l’affare, riuscendo a campare molto a lungo. Malattie cronico-degenerative a parte. Bisogna quindi avere fiducia.

Gli unicorni del PD, decidendo l’investimento dell’Asta Navigabile, sicuramente si sono accordati con Giove Pluvio e Tellus. Le rotte del Po, a Ficarolo nel 1152 e a Occhiobello nel 1951, stanno a dimostrare che per un lungo periodo gli unicorni non governavano in zona, con quei tristi risultati.

Ciò è inaccettabile oggi! Ce l’immaginiamo, privi della sicura consapevolezza degli unicorni, il timore dell’effetto di un sisma di 6 gradi Richter sul Po in piena che sbatte inesorabile su sponde fradice di terra battuta? Passerebbe agli annali come la rotta di Francolino dell’autunno 2012!

Ma noi possiamo star tranquilli, lo desumiamo, perspicacemente, dai milioni di euro destinati a lavori fini a se stessi sul Volano che non vengono dirottati dagli unicorni per rendere antisismici gli argini in terra battuta del Po. Vuol dire che quel grande fiume pensile non creerà problemi. Gli unicorni sanno sempre come andranno le cose. Che fortuna per noi!

 

Paolo Giardini