da FONDO MAGAZINE MINO RENZAGLIA
DIVENIRE 3 FUTURISMO RECENSIONE DI EMANUELE LIUT
Gli intellettualismi della “critica” moderna, - per intenderci tutta quella carta che è uguale se passa direttamente al macero - , finiscono con la loro mole il più delle volte per nascondere ciò che di nitido e di essenziale può essere ri-conosciuto, in maniera viva, dalla Storia. Ogni autore, ogni movimento, ogni esperienza artistica o politica, finiscono nel calderone del giudizio piatto di questi “intellettuali”, i quali scandiscono una “rassicurante” opinione comune sulle cose. Tutto è assegnato a una particolare categoria. Tutto finisce indistintamente nella storia… nella sua scansione di punti uguali, tutto si compie in un “è stato fatto”. Il futurismo? Una moda come un’altra, una maniera per “sentirmi colto” attraverso delle facili estemporanee esperienze. Semplice “evenienza” che svanisce nel momento stesso della sua “celebrazione”. Un raccontarsi che (non) si esaurisce nel ripetersi. Una cosa già passata…
Rispetto a questa mancanza della mentalità moderna, borghese o proletaria essa sia - in un senso, democratica - , “morale”, utilitaria, apparentemente plurale, secondo cui la tecnica è mezzo - diciamo, per l’ego - il Futurismo opera un’inversione decisiva, spostando il valore della creazione tecnica da mezzo a fine.
Questo, uno dei temi della speciale edizione di Divenire dedicata al centenario del celebre Manifesto di Filippo Tommaso Marinetti, e punto chiave che attraverso le diverse prospettive questo volume, - dall’introduzione, inno della velocità di Stefano Vaj, via via fino alle serrate considerazioni metastoriche di Faye, alle figurazioni futurologiche di Guerra e Boco - , ci offre a spunto di introduzione a un problema complesso come quello del Futurismo oggi.
Sebbene, come riporta Scianca nel suo intervento, «il futurismo volle essere molto più che arte e letteratura, cosa che pure sembra non essere compresa dai suoi tanti adoratori improvvisati in questi giorni di celebrazione», è altrettanto vero che il Futurismo fu innanzitutto arte, e che attraverso una trasvalutazione dei valori, apre la stessa a un orizzonte totale....
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