P.Casalino La rivoluzione futurista al tempo dell'intelligenza artificiale. Memorie e speranze di un'arte del progresso.
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Da: Pierluigi Casalino <pierluigicasalino49@gmail.com>
To: ROBERTO GUERRA <guerra.roby@gmail.com>
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Velocità, aggressività, dinamismo, rivoluzione e anche robotismo: tutto ciò che voleva essere il Futurismo incarnava la vera sfida al passato, la rottura con la tradizione. "Abbiate fiducia nel progresso – scriveva Filippo Tommaso Marinetti – che ha sempre ragione anche quando ha torto". E questo lo dobbiamo prendere a monito anche oggi, e cioè che le grandi scoperte scientifiche vanno abbracciate con coraggio e che l'artista, che vede prima di tanti altri, ha il dovere di cavalcare il rinnovamento e di non fermarsi a ciò che si conosce e di esplorare l'ignoto. E l' ignoto è il destino dell' uomo da Luciano di Samosata all'Ulisse dantesco per giungere alle esplorazioni spaziali. La grande mostra, tanto discussa e tanto attesa, che la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma ospita nelle sue sale dal 3 dicembre fino al 28 febbraio 2025, in fondo porta a riflettere sul messaggio delle avanguardie storiche, di cui il Futurismo è tra i massimi movimenti, sull'importanza di quell'entusiasmo nella sperimentazione del nuovo che nei tempi attuali, spesso, suscita paura. Diversamente dalle mostre del passato dedicate al Futurismo, questa rassegna si concentra sul rapporto tra arte e scienza/tecnologia portando con sé riflessioni rilevanti sul presente e sul futuro e in particolare sulle implicazioni della tecnologia nell'era contemporanea. Il futurismo anticipa l'affermarsi dell'intelligenza artificiale, pur ponendo sempre al centro la versatilità e la guida del genio umano, tema vitalistico al quale il Futurismo mai rinunciò. La mostra romana punta a essere inclusiva, didattica e multidisciplinare e si rivolge al grande pubblico, in particolare alle nuove generazioni, anche per far riscoprire la cultura in senso lato. Per questo motivo l'evento illustra i concetti di velocità, di spazio, di distanza e di sensibilità percettiva evidenti nei capolavori del Futurismo sia contestualmente nella società dell'epoca, rivoluzionata dalle innovazioni scientifiche e tecnologiche, che in quella in cui viviamo ancora più fertile di cambiamenti. A raccontare i particolari della mostra "Il Tempo del Futurismo" sono i suoi protagonisti, dai curatori alle stesse opere esposte di per sé eloquenti. «Il Tempo del Futurismo, è un'occasione per raggruppare un materiale non sempre disponibile, ma ha anche un respiro internazionale: molte opere provengono infatti da istituzioni estere. Si tratta di un'esposizione che nasce soprattutto dallo scambio nella rete museale nazionale e che rappresenta un valore aggiunto del nostro patrimonio artistico e culturale. I responsabili della mostra hanno poi ricordato come essa incarni la tensione al nuovo del movimento: Diceva Marinetti che "un'automobile ruggente è più bella della vittoria di Samotracia".Agli archeologi potrebbe però piacere l' interesse, ad esempio, di Boccioni per l'arte antica, senza essere in contraddizione con il suo credo moderno. Eppure il manifesto futuristico di rottura riusciva a cogliere nel passato, in un certo passato, il futuro dell'arte e della scienza a questa legata.Con la loro retorica anti museale i futuristi ricordavano che i musei e le accademie devono rispondere alla contemporaneità, ma anche spingere lo sguardo oltre l'orizzonte del domani. Sono esposte a Roma oltre 350 opere fra quadri, sculture, progetti, disegni, oggetti d'arredo, film, oltre a un centinaio fra libri e manifesti, con un'attenzione alla matrice letteraria del movimento di Marinetti che non ha precedenti, insieme con un idrovolante, automobili, motociclette e strumenti scientifici d'epoca. Con quasi 80 prestatori, compresi musei americani che hanno creduto nel progetto, l'esposizione, multidisciplinare e multimediale, si basa su un rapporto con la tecnologia che dialoga con tutte le generazioni. La mostra è arricchita inoltre da due installazioni site-specific di Magister Art e di Lorenzo Marini e sarà progressivamente vivacizzata da incontri di approfondimento a cura della Fondazione Magna Carta.La mostra non può essere compresa se non prendendo le mosse dal titolo. ha spiegato.È una mostra su un'epoca senza precedenti sui cambiamenti scientifici e tecnologici che l'hanno contraddistinta. I futuristi sono stati i primi a capire che queste scoperte avrebbero rinnovato anche il panorama interiore umano. Come sottotitolo avremmo potuto scrivere "Il Futurismo è oggi", perché è una mostra che fa capire come l'IA sia in linea con il pensiero di Marinetti, in particolare con l'installazione immersiva di Magister Art». La mostra romana è un'esposizione con l'auspicio che sia «un motivo di coesione e non di divisione. È stato specificato come la GNAM sia la sede ideale di questa mostra perche' la Galleria è stata inaugurata proprio durante la stagione del Futurismo, questo è il suo museo». Una mostra che mette in luce anche il mondo del collezionismo privato.Per troppi anni il Futurismo è stato pensato come un fenomeno solo italiano, ma ha fondato invece un codice che contraddistingue tutte le avanguardie storiche. È una mostra al di sopra delle aspettative, su un'avanguardia culturale che ha causato fuochi di artificio. È stato riportato che proprio Casa Balla stia per essere acquisita dal sistema museale nazionale. Una mostra dunque tra polemiche «estremamente futuriste». Se Marinetti esistesse oggi avrebbe dato risposte fondamentali per il presente che stiamo vivendo. Con uno sguardo interdisciplinare, l'esposizione romana offre una prospettiva non solo sul movimento futurista e le opere che ne sono risultate, ma anche sul carattere che lo ha segnato, di cui la mostra sottolinea l'attualità. Si spiega così il mescolamento di arti visive con oggetti d'epoca, come di sculture, automobili e materiali d'archivio, ma anche l'accostamento delle opere dei futuristi a quelle di artisti della seconda metà del Novecento, fino ad arrivare alle stesse installazioni pensate per l'occasione espositiva. Su questa linea, l'opera multisensoriale di Magister Art, un tunnel luminoso che combina diverse tracce sonore, tra cui la voce dello stesso Marinetti. Insomma, una mostra non solo attuale, ma sull'attualità. Pur avendo preso il via tra le polemiche, "Il Tempo del Futurismo" è un'esposizione che dà ragione a una delle avanguardie più rappresentative del secolo scorso. D'altra parte, come ha affermato alla GNAM Francesca Barbi Marinetti, nipote del vate del movimento, «le polemiche sono estremamente futuriste».
Casalino Pierluigi
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Roberto Guerra