https://www.artribune.com/arti-visive/arte-contemporanea/2024/11/mostra-futurismo-gnam-installazione-lorenzo-marini/
Simongini: “Marini non fa parte della mia mostra”
Ma perché parliamo di ‘imposizione’? “L’installazione di Lorenzo Marini” tuona ad Artribune il curatore della mostra Gabriele Simongini riferendosi all’allestimento che vedete in queste foto esclusive “non fa parte della mia mostra. È un lavoro voluto dalla Gnam che apre la strada alla mostra e basta, che precede in maniera molto scenografica il percorso espositivo“. Comprensibilmente Simongini – che si è ritrovato Marini senza sceglierlo – prende le distanze ma c’è da dire che l’installazione è presente e citata in tutti i comunicati stampa e in tutte le interviste rilasciate dai protagonisti: come fa un progetto artistico presente nel comunicato stampa della mostra a non far parte della mostra? E anche accettando questa versione, comunque l’impegnativa installazione di Marini fa parte del progetto a livello economico e dunque ha richiesto risorse che sono state sottratte alla mostra stessa: in positivo o in negativo della mostra fa parte eccome…
“In realtà in quello spazio” ci racconta Alberto Dambruoso curatore della mostra insieme a Simongini e poi buttato fuori con modalità così goffe da far scoppiare lo scandalo attorno a questa mostra “doveva esserci una scoppiettante installazione di Ugo Nespolo fatta di luci e colori scelta da Simongini e da me. Non saprei come si è arrivati a Lorenzo Marini…“.
La presenza dell’installazione di Marini è infine una buona occasione
per parlare del pasticcio creatosi attorno alla sezione di arte
contemporanea della mostra sul Futurismo. “All’inizio
l’idea di Simongini e di D’Ambruoso era di arrivare fino al 2024 e
c’erano tanti artisti contemporanei con tanto di prestiti approvati:
Echaurren, Lodola, Vitaldo Conte, Nespolo ma anche Peter Halley, Takashi
Murakami e Arcangelo Sassolino. Poi Giuli e Mazzantini ci hanno vietato
di di esporre artisti contemporanei e tutto è stato tagliato“. A parlare è Giancarlo Carpi,
uno dei protagonisti del fantomatico comitato scientifico della mostra
che venne fatto lavorare per mesi e poi defenestrato senza troppi
complimenti. Carpi ha anche diffidato l’organizzazione della mostra
perché, dice, una buona parte del progetto è frutto del lavoro di un
comitato che però è stato cancellato, non esiste nonostante abbia
contribuito con contatti, idee, relazioni e studio.
Pur non avendo
più una sezione dedicata agli artisti contemporanei in senso stretto, la
mostra però ospiterà opere di artisti viventi nel suo percorso, a
confermarlo è ancora Simongini: “ci sono Grazia Varisco, Guido Strazza, Alberto Biasi, Julio Le Parc e Ugo Rondinone“. E poi naturalmente il buon Marini… “Lui fa solo da apripista. E non sarà neppure in catalogo“, puntualizza il curatore Simongini.