Cultura/ Al Sottosegretario alla Cultura Sgarbi il «Premio Carlo Levi» per il saggio su Raffaello



Da: VITTORIO SGARBI - (Ufficio Stampa) <ufficiostampasgarbi@gmail.com>
Inviato: giovedì 10 novembre 2022 13:23
Oggetto: Cultura/ Al Sottosegretario alla Cultura Sgarbi il «Premio Carlo Levi» per il saggio su Raffaello.
 

Cultura/ Al Sottosegretario alla Cultura Sgarbi il «Premio Carlo Levi» per il saggio su Raffaello.

«Particolarmente onorato di ricevere questo premio – spiega Sgarbi – perché onora l'opera di un grande scrittore del Novecento ma soprattutto un uomo che ha pagato con il confino, durante il regime fascista, la difesa delle sue idee e le sue battaglie civili»

 

ROMA – Il Sottosegretario di Stato alla Cultura Vittorio Sgarbi ieri pomeriggio ha ricevuto ad Aliano, in Basilicata, il «Premio Letterario Carlo Levi» per la sezione saggistica con il libro dal titolo «Raffaello. Un Dio mortale» edito da «La Nave di Teseo». A presiedere la giuria lo scrittore Raffaele Nigro.

 

Il premio, giunto alla 24ª edizione, è promosso dalla «Associazione Nicola Panevino» (nata per omaggiare la memoria dell'omonimo magistrato fucilato dai nazisti durante la Seconda Guerra mondiale) celebra ogni anno uno dei più significativi uomini di cultura del Novecento, pittore e scrittore («Cristo si è fermato a Eboli») e negli anni ha premiato importanti personalità del mondo della cultura, tra cui Dacia Maraini, Franco Rosi, Alberto Bevilacqua, Giuseppe Pontiggia, Piero Guccione, Giovanni Russo, Walter Pedullà, Gianni Riotta, Giorgio Montefoschi, Isabella Bossi Fedrigotti, Franco Arminio, Pino Aprile e molti altri.

 

 

Anima del premio è Don Pierino Dilenge che di Carlo Levi è stato amico personale.

Nel corso della cerimonia il Sottosegretario ha inaugurato un mosaico realizzato dall'artista Irene Grieco (del Centro dei Trinitari di Bernalda) realizzato sulla parete esterna della chiesa di San Luigi Gonzaga, e che riproduce il «Telero Lucania '61» di Carlo Levi.

«Sono particolarmente onorato di ricevere questo premio – spiega Sgarbi – perché onora l'opera di un grande scrittore del Novecento ma soprattutto un uomo che ha pagato con il confino, durante il regime fascista, la difesa delle sue idee e le sue battaglie civili, denunciando le condizioni di vita disumane dei contadini del Sud»

 

l'Ufficio Stampa

(Nino Ippolito)

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