La guerra di propaganda ucraina?

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estratto

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I network ed i quotidiani nazionali hanno sostenuto le tesi anti-russe del Governo Draghi, imponendo una forma velata di bavaglio a qualunque opinione si discostasse dalle posizioni ufficiali. I giornalisti russi ridicolizzati nei talk show, i colleghi italiani accusati di essere filo-Putin, tentativi di gogna mediatica (ritirare il Premio Ischia a Toni Capuozzo), il ricorso alla risibile accusa di simpatie filo-russe rivolta da una parte della politica alle forze conservatrici. 

Risibile perché tutti, dalla sinistra al centro fino alle destre, hanno dialogato con Mosca essendo stata, come già citato, un partner da 7 miliardi di euro di export fino al 2020. 

Un orientamento che con il giornalismo vero (ricerca della veridicità della notizia) ha ben poco a che fare, soprattutto quando si negano o si dimenticano eventi che potrebbero essere chiave di volta per fornire un’informazione più corretta. Ad esempio, il rifiuto di riconoscere le operazioni militari condotte da Kiev contro le repubbliche separatiste del Donbass per otto anni, costate diecimila morti ad entrambi gli schieramenti, oltre tremila vittime civili ed un milione e mezzo di sfollati. O, ancora, accettare che una parte della difesa ucraina sia in mano ad elementi neo-nazisti, nazionalisti ed avventurieri arruolati nelle curve e nei partiti più sciovinisti della politica ucraina. Una riproposizione, in chiave contemporanea, delle famigerate Tigri di Arkan ex ultrà del Belgrado e criminali di guerra. ...

*Nota di Asino Rosso1

Orwell non esiste in Italia? Come si ostinano a negare in nome della democrazia e la libera informazione il Governo (anche quello attuale uscente...) e i Media? Questo articolo (e nonostante l'azzeramente quasi totale psicosociale) è invece molto verosimile....