Traffici globali: un rischio per la democrazia.



Di Pierluigi Casalino
 
Il fitto intreccio di denaro illecito riciclati in tutto il mondo muove dall'azione promossa dagli oligarchi russi e si avvale della complicità di istituzioni apparentemente rispettabili nelle stesse societa' liberali dell'Occidente, mettendo a rischio la credibilità e la certezza del concetto stesso di democrazia come noi conosciamo. Il potere tentacolare degli oligarchi russi, anzi ex sovietici, è solo un aspetto, se pur il più vistoso di tale fenomeno, legato ad un gioco peraltro orchestrato secondo regole dettate dagli ordini di vertice, in altri termini da Putin. Questi dirige un sistema che si fonda su indirizzi ferrei, ai quali non ci si può sottrarre, come hanno dimostrato i processi farsa contro Khodorkovsky. All'inizio, in Occidente, ci si preoccupava che la transizione dal periodo sovietico di socialismo di mercato avvenisse nel rispetto dei principi dello stato di diritto; poi il fatto di pensare che pecunia non oltre ha prevalso, consentendo rapporti assai meno chiari, fino al coinvolgimento delle istituzioni democratiche occidentali, mettendole a servizio dei cleptocrati e lasciandosi inquinare da essi. Il caso della elezione di Trump ne fu un esempio. L'alleanza globale di questo tipo contiene ormai la Cina, l'Africa e l'America Latina. Un giro di traffici che vede al vertice, grazie anche ai servizi segreti russi e cinesi, le stesse leaderships di quei grandi Paesi, fino a recuperare farisaicamente regimi in apparenza ideologicamente diversi, come Iran, Corea del Nord e Pakistan.
Tale alleanza può essere sconfitta come hanno dimostrato le elezioni americane, ma la via per una completa liberazione da una simile piovra.
Casalino Pierluigi