di R. Guerra by Ferrara SuperEva
Abbiamo intervistato nello specifico, uno dei curatori storici di Night & Blues, Paolo Bertelli, musicista anch'esso, sorta di eminenza sempreverde (mai grigia) da decenni dell'ambiente musicale ferrarese. Un paio di anni fa anche giustamente ben evidenziato dal bellissimo libro di Monica Forti, "Fiori di Zucca" dedicato a personaggi underground della cultura ferrarese.
D-Bertelli: da decenni protagonista della cultura musicale a Ferrara: le tappe più importanti
R- A livello soggettivo, sono in giro fin dagli anni '60: all'epoca suonavo la chitarra, collaborai con molte band pop beat progressive ferraresi e italiane, tutte meritevoli ed eroiche (all'epoca). Cito a memoria…Circuito Stampato, Capitolo VI, Le Stagioni. Dagli anni 80/90 privilegio l'armonica a bocca. Infinite, quasi, jam sessions e collaborazioni, attualmente in particolare la Steve Mancini blues band. Come curatore eccetera, ho quasi perso la memoria. Meglio rinviare alle cronache dei giornali ferraresi e non solo o al mio sito.. Amo comunque sempre ruoli sobri, sono sempre onorato di lavorare con grandi professionisti e se parliamo di Ferrara città d'arte, sono fiero del mio – a volte anche oscuro- contributo. Anche con a suo tempo la mia prestigiosa etichetta discografica "Musicando" …
D- Night & Blues edizione numero 9: breve cronistoria
R-L'evento nasce circa 10 anni fa da un'idea del sottoscritto e di Gabriele Mantovani in collaborazione con Commissione Cultura Circoscrizione Centro del Comune di Ferrara, tutt'oggi partnership. La Prima edizione ebbe in programma appena due serate : vvia via sempre ampliate, anche grazie al grande impegno del Rione Santo Spirito (nel 2010 diventano 11 le serate dei concerti) e alla recettività dell' Assessorato alla Cultura (da Ronchi a Maisto, oggi). In chiave sempre più ampia e esponenziale, quasi, Night and Blues ospita band nazionali, (alcune anche straniere), ferraresi, tra le più significative.
D- A memoria, quali i concerti più eccitanti?
R-Tutti interessanti a volte esaltanti, per atmosfere e audience. La manifestazione, anno dopo anno, cresce, in qualità e appunto successo. Tra i tanti protagonisti, Ares Tavolazzi, (ex Area) , Roberto Formignani, Antonio D'Adamo- purtroppo come noto scomparso prematuramente (Bluesman) Adriano Barbieri, Lele Barbieri, Stefano Peretto, Alfonso e Daniele Santimone, Roberto Manuzzi…..; tra gli stranieri, a puro esempio, Bessi Boni Trio, Darby Tench, Daniella Firpo e altri. Quest'anno grande attesa per Tom Sheret e i Barioca 5ETT ad esempio. In più sono arrivati nuovi e singificativi input da alcune stagioni grazie a certa sinergia con il Torrione Jazz Club e con il Conservatorio ferrarese che curano specifiche inziative.
D- La cultura a Ferrara, fase propulsiva o calante?
R-A Ferrara da molti anni nei fatti esiste un grande fermento indubbio che nessuno nega in sé. Certamente notevole è l'impegno (spesso anche disinteressato o quasi) dei vari curatori e degli organizzatori, di diverse associazioni di base (non necessariamente sinergiche a livello istituzionale). Per il futuro, la via privilegiata (e già alcuni lo fanno, Comune a parte) è una presenza costante (oggi episodica) di sponsor privati, fondamentale per integrare certo attuale autofinanziamento (oltre a a volte fondamentali input econonomici istituzionali). Riguardo certa critica diffusa a Ferrara che narra di certo monopolio ideologico se non di casta culturale, non la condivido affatto. Magari maggiore apertura verso soggetti o associazioni indipendenti sarebbe auspicabile, ma nessuna casta… Oppure, qualche sguardo più attento a certa contemporaneità extraferrarese (anche a livello organizzativo e di marketing o del web) sarebbero stimoli nuovi importanti. Ferrara comunque, almeno in termini quantitativi di eventi, piccoli o grandi, non ha nulla da invidiare a tante altre città italiane.