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Liber de spiritu et anima, a cura di Marco Vannini, Le Lettere, pag. 252, euro 19,50. ISBN 978-88-9366-239-0 Verso la metà del XII secolo, un ancora per noi sconosciuto autore – probabilmente un monaco cisterciense – raccolse in un libro tutto il sapere allora noto, tanto dei classici quanto della tradizione cristiana, sulla cruciale questione di cosa l'anima sia, quale sia la sua essenza, quali le sue facoltà, quale il suo rapporto con il corpo e quale quello con la sua parte più alta – lo spirito, appunto – in relazione con Dio. Per molto tempo creduto opera di sant'Agostino, di cui in effetti utilizza molte pagine, il Liber de spiritu et anima godette di grandissima fortuna, fornendo il materiale necessario alla discussione sull'anima, in un tempo in cui la nuova scienza di impronta aristotelica cominciava ad affacciarsi sulla scena culturale dell'Occidente.Come si può leggere qui nell'Appendice, lo stesso Tommaso d'Aquino lo cita, con approvazione o no, moltissime volte. Il fine che l'anonimo autore si proponeva, infatti, era senza dubbio quello di consegnare al suo tempo una sintesi delle conoscenze disponibili sull'argomento, quasi una sorta di manuale, ma anche, e probabilmente in primo luogo, quello di far presente la ricchezza di esperienza che proveniva dalla tradizione mistica monastica, cui era ben nota la realtà spirituale dell'anima, che rischiava di andare perduta.Il Liber de spiritu et anima, qui presentato nella prima traduzione italiana, è perciò di grande importanza, tanto storica, quanto filosofica. In un tempo quale quello attuale, in cui le neuroscienze ci pongono di fronte al cosiddetto body-mind problem e a tematiche assai simili a quelle affrontate in questo straordinario testo, mentre anima e spirito sembrano concetti obsoleti, il suo interesse è infatti duplice: imprescindibile sotto il profilo della storia della scienza e delle idee, ma anche sotto quello, ben più importante, della conoscenza di sé stessi. |
Una conferenza sulla mistica come "via del distacco", che va oltre l'orizzonte dell'anima, verso lo spirito. Dopo un lungo oblio, la mistica sta infatti riemergendo non solo come unica possibilità di lingua universale delle religioni, in mezzo alla Babele dei linguaggi teologici, ma anche e soprattutto quale itinerario privilegiato verso la conoscenza essenziale, quella di noi stessi. Proprio sotto questo profilo, si deve infatti notare come non sia la teologia, tutta dipendente dai contenuti storicamente condizionati della Bibbia, e neppure la psicologia, frammentata in mille rivoli, a ricordare che l'essere umano è costituito non solo da corpo e anima, ma anche, e soprattutto, da spirito. Esso, infatti, emerge quale nostra realtà essenziale, libera e beatificante, solo dopo che ci si è liberati da tutte le determinazioni che ingombrano la psiche, che, come la mente-scimmia descritta dal buddhismo, saltella da un contenuto all'altro, senza mai trovare pace.
SCARICA QUI IL PROGRAMMA COMPLETOPer acquisto biglietti e informazioni sull'accesso visita www.dialoghisulluomo.it L'accesso a tutti gli eventi del festival, per gli spettatori con più di 12 anni, sarà consentito solo se muniti della Certificazione verde COVID-19 (Green Pass). |
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