Da: Pierluigi Casalino
Sin dalla sua fondazione, la Società delle Nazioni era stata giudicata dai bolscevichi come l'organismo che incarnava il disegno delle potenze vincitrici della prima guerra mondiale di pacificare l'Europa sulla base degli esistenti rapporti di dominio. Anche se nel corso del 1923 l'atteggiamento sovietico verso quella organizzazione aveva subito delle modifiche non secondarie, fu la prospettiva che la Germania entrasse a farne parte ad imporre una riconsiderazione sia del ruolo della SdN, sia dei presupposti che avevano reso possibile a Rapallo un'alleanza fondata sul senso di un comune destino degli Stati proscritti del sistema di Versailles. Le prime mosse diplomatiche del governo di Mosca, in seguito al cambiamento impresso da Streseman alla politica estera tedesca, furono ispirate dall'intento di ostacolare l'adesione della Germania alla SdN, appellandosi al risentimento tedesco contro l'articolo 10 del Covenant, che prevedeva l'obbligo per tutti gli Stati di difendere i confini stabiliti dal trattato di Versailles. Secondo i sovietici, l'eventuale ingresso tedesco nella SdN avrebbe consentito ai vincitori di consolidare le conquiste ottenute con primo conflitto, con la perdita da parte di Berlino della possibilità di veder risolta la questione nazionale e di veder compromessi gli interessi del popolo tedesco, oltre a cadere nella trappola dell'Intesa. Mosca cercò di prolungare il ponte di Rapallo. I sovietici, in altri termini, puntavano ad impedire che si creasse un blocco degli Stati capitalistici sulla questione della sistemazione della Germania, coinvolgendo quest'ultima in una combinazione ostile all'Urss ad un prezzo assai gravoso. La Germania, secondo i bolscevichi, avrebbe avuto bisogno di riscoprire il suo ruolo di grande potenza solo con l'alleanza con i russi, rafforzando lo spirito di Rapallo. Alla Germania sarebbe servito il contrappeso della Russia nei confronti delle potenze occidentali. L'entrare in istituzioni internazionali dunque non sarebbe convenuto alla Germania e del resto ciò corrispondeva ai principi della politica estera sovietica da sempre contraria a coalizioni di potenze. Tuttavia il riavvicinamento franco russo, attraverso un patto di alleanza, sembrò raffreddare i rapporti tra Urss e Germania, ma si espresse anche nel tentativo della Russia di riaprire le prospettive di un impegno di quest'ultima a creare una politica paneuropea in senso anti inglese. Per evitare, peraltro, i rischi di uno sviluppo contraddittorio, la stessa Russia sovietica iniziò a lavorare per una alleanza tra Mosca, Berlino e Parigi che prevedesse pure un miglior rapporto tra la Russia e la Polonia. Betlino a sua volta, nel 1926, fece ingresso nella SdN.(ne uscì nel 1933). Dopo le riserve espresse sull'ingresso tedesco nella SdN, anche Mosca fini' per entrare nell'organismo, per esservi espulsa dopo l'invasione della Finlandia nel 1939.
Casalino Pierluigi