IIntervista a Vitaldo Conte su L'Opinione (su J. Evola?

 
 
"Attraversando Julius Evola": L'intervista a Vitaldo Conte
di Claudio Bellumori

L'Opinione, 11 giugno 2021

Leggendo l'e-book: Vitaldo Conte, Julius Evola (Vita Arte Poesia Eros come Pensiero e Virus), Tiemme Edizioni Digitali, 2021


Julius Evola ai giorni nostri come avrebbe affrontato l'emergenza Covid?
Evola conosceva fino in fondo lo stato d'isolamento dell'essere, avendo passato gli ultimi circa trent'anni di vita "recluso" fra le mura di una vecchia casa, nel centro storico di Roma, diviso fra il letto e lo scrittoio, dal 1945 fino alla morte (1974), per una lesione che lese permanentemente il suo corpo (causata da un bombardamento a Vienna). Probabilmente Evola oggi avrebbe affrontato l'emergenza Covid "guardando" la crisi dell'essere massificato. Questo, proteso a inseguire le aperture esteriori del vivere sociale, diviene una ubbidiente "mascherina in movimento", senza il Cavalcare la tigre di una "differenzazione" interiore.

Nel suo saggio "Vita, arte, poesia, eros come pensiero e virus" abbraccia più temi, come quello tra il reale e il fantastico. Quale spunto il lettore può trarre da questa riflessione?
La vita di Julius Evola si presta a essere guardata tra il reale e il fantastico. La sua "leggenda" è favorita infatti dalla sua biografia. La presunta pericolosità di questo innominabile "cavaliere nero" è amplificata dalle sue erranze culturali, che diventano momenti e letture perturbanti per le catalogazioni sociali, ponendosi sempre fuori-schema. Ricercava, fino alle estreme conseguenze, una libertà superiore e una diversa dimensione dell'essere, oltrepassante talvolta il reale stesso. Questo stato può incontrare il fantastico di una lettura esterna.

Oggi eros sembra un termine anacronistico, in un mondo più pornografico che erotico? Perché?
Rispondo alla domanda attualizzando le indicazioni testuali di Julius Evola. I territori metafisici del sesso, "la più grande forza magica della natura", sono presenti nel suo libro Metafisica del sesso, uscito nel 1958. Evola affronta tali argomenti con una lettura totale e metafisica, superando letture psicologiche e sessuologiche. Tutto ciò si scontra, ancora oggi, con la società massificata che potrebbe non comprende queste "aperture", avendo elevato il sesso, negli ultimi decenni, a valore di rifugio e di estrema frontiera: per mancanza di punti di riferimento superiori e antidoto verso angosce, traumi, involuzioni. åIl rapporto tra i sessi – come nota Evola – è diventato oggi una misera cosa, una mistura d'inganni e tradimenti, fallimenti, ingestione di pillole e iniezioni per orgasmi che non valgono nulla, in quanto sono privi di spirito, richiami archetipici, ritualità. Questa diffusione del sesso e di pornografia dilagante è una riprova della repressione, poiché il sesso si è volgarizzato, fisiologizzato, quasi ironico: senza spirito, avventura, creazione, donazione, scoperta, timore. L'ossessività sessuale, nell'espressione contemporanea, è leggibile nel fatto che in nessun'altra epoca donna e sesso sono "messi" così in primo piano, dominando la scena delle arti e della pubblicità.

La mostra di Sutri è esaustiva, dal suo punto di vista, per rappresentare l'opera di Evola?
Nella mostra curata da Vittorio Sgarbi, a Sutri, è visibile infatti anche Evola, che non ha prodotto in vita molte opere d'arte. Ciò che qui è stato esposto può essere sintomatico, ma non è certamente esaustivo per leggere il suo lavoro complessivo. Le opere presentate appartengono alla Fondazione Evola e a collezioni romane. È presente, viceversa, qualcuna mai esposta in precedenti mostre, che meriterebbe un excursus di approfondimento. Ritengo, infatti, che la produzione artistica di Evola debba essere oggi "monitorata" con professionalità fuori da interessi vari. Come ho dichiarato in una mia precedente intervista in merito (sul giornale online Corriere di Puglia e Lucania), si sta sviluppando intorno alla sua figura un interesse non sempre determinato da competenze specifiche: sintomatico, al riguardo, l'affiorare di diversi falsi, "proposti" o "da inserire" come sue presunte opere. Ciò è causato dal fatto che suoi lavori hanno raggiunto, in recenti aste, valutazioni ragguardevoli. La produzione artistica di Evola ha un valore storico inconfutabile, ma non deve essere neanche eccessivamente enfatizzata, come talvolta oggi accade, anche attraverso le comparazioni con maestri dell'astrazione spirituale. Sgarbi aveva dedicato nel 2018 a Sutri, di cui è sindaco, una "targa" (come indicazione di una strada) a Julius Evola come filosofo, omettendo l'artista, che oggi da critico d'arte definisce "una specie di Kandinskij dimenticato".