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La Patria ha sempre bisogno di eroi: Domenico Sola nella Grande Guerra muore il 1916 di Pierfranco Bruni

 di Pierfranco Bruni

 

 

Fervido interventista. Uomo che credeva nel risveglio della civiltà. Studioso di storia e filosofia. Filosofo. Domenico Sola, nella pur breve vita, ci ha lasciato importanti scritti. Ha collaborato con "La Voce" di Prezzolini, con "Sapientia" diretta da Salvatore Lauro e con tutti quegli amici che furono i maggiori rappresentanti della cultura del primo Novecento. E ci riferiamo a Prezzolini, Papini, Soffici, Salvemini, Gentile, Mussolini, Saba, Cardarelli, Pareto, Bacchelli, De Robertis, Ungaretti e molti altri. Insieme a questi collabora a "La Voce".


Di lui il mondo della cultura ne ha una grande stima. Viene tenuto in elevata considerazione. Quinto Tosatti in una lettera datata Roma, 2 gennaio 1916 indirizzata a Domenico Sola scrive: "…Sto in ansia per la nostra amicizia, e anche un po' per le sorti della… filosofia idealistica nel nostro paese, legata in parte anche alla tua persona. Perciò immagina come i miei voti per te siano ardenti. A quando ripiglieremo i nostri conversari animati e profondi, arricchiti ora di novelle esperienze di vita? E le nostre incruente battaglie contro l'astrattismo per la concretezza dell'ideale? Forse tra breve richiameranno anche noi e verrò anch'io costassù. Qui si chiacchiera. Oggi la storia la fate voi: poi tu la scriverai".

Domenico Sola nato in Calabria, in un paese dell'Alto Ionio, Amendolara, il 21 gennaio 1891, laureatosi in filosofia all'Università di Roma nel 1915. In questo stesso anno parte volontario per la guerra. Riveste il grado di sottotenente. Muore sul Pianoro di Maso. Da eroe. Era il 29 maggio 1916. Aveva soltanto 25 anni. Una giovinezza non vissuta. Un atto di coraggio. Un intellettuale che aveva visto nel conflitto mondiale la riaffermazione dei valori dell'uomo.

Un intellettuale che aveva capito che il rapporto fra l'individuo e lo stato va visto in un ambito molto più ampio dove ciò che primeggia è la centralità dei valori.

In una lettera a Bellonci (trovata in bozza) si legge: "L'attuale guerra è quindi una violenta manifestazione dell'intera dialettica storica del pensiero europeo. E come in questo finora nessuno può pretendere di essere prevalso, così pure in guerra nessuno prevarrà decisamente per ora. Ma non si finirà, col passare del tempo, di dover essere raccolti sotto un'unica vittoriosa bandiera? Adoperiamoci a che quella sia il nostro tricolore".


Vincenzo Laviola conoscitore e studioso attento della filosofia e della personalità di Domenico Sola (uomo di profondi valori che ci ha permesso di leggere gli scritti di Sola) a proposito della lettera sostiene: "Non si sa se la lettera è apparsa sulla stampa oppure è stata inviata direttamente al destinatario. La importanza di questa lettera sta nel fatto che essa rivela gli ideali per cui combatteva Domenico Sola, e come lui, tutte l'élite della gioventù italiana in guerra".

La Patria ha sempre bisogno di eroi. Domenico Sola è un protagonista che ha lasciato un segno indelebile.

 



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