fonte Ars Life
"Ammiro il genio di Benedetta mia eguale e non discepola". Così Filippo Tommaso Marinetti si riferiva a sua moglie: un'artista a tutto tondo rimasta nell'ombra di una personalità dirompente come quella del leader del futurismo. Eppure anche se di lei e delle sue colleghe futuriste si conosce ancora poco, Benedetta Cappa è stata ammirata, corteggiata e guida dei membri del futurismo. A lei si deve la diffusione del movimento oltreoceano.
Benedetta nasce a Roma nel 1897. La sua prima formazione si è svolta nello studio del futurista Giacomo Balla, luogo in cui ha incontrato il futuro marito Filippo Tommaso Marinetti. La pittura per lei è stata più di una fase obbligatoria per formazione di una brava donna di casa, è stata il primo passo per la sua definizione d'artista. La Cappa ha vissuto in un'epoca in cui le donne cominciavano ad avere maggiori libertà, soprattutto negli anni Venti quando il Fascismo chiedeva una partecipazione attiva della popolazione femminile nella società italiana.
Quando Benedetta entra nello studio di Giacomo Balla, le figlie del pittore notano subito che l'artista è dotata di una forte personalità rispetto alle altre allieve del maestro. Benedetta colpisce anche il leader del futurismo Filippo Tommaso Marinetti: da un'amicizia intellettuale, nata nel 1917, nasce un amore che si consolida nel 1920 con il matrimonio.
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Quando Benedetta entra nello studio di Giacomo Balla, le figlie del pittore notano subito che l'artista è dotata di una forte personalità rispetto alle altre allieve del maestro. Benedetta colpisce anche il leader del futurismo Filippo Tommaso Marinetti: da un'amicizia intellettuale, nata nel 1917, nasce un amore che si consolida nel 1920 con il matrimonio.
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Benedetta nasce a Roma nel 1897. La sua prima formazione si è svolta nello studio del futurista Giacomo Balla, luogo in cui ha incontrato il futuro marito Filippo Tommaso Marinetti. La pittura per lei è stata più di una fase obbligatoria per formazione di una brava donna di casa, è stata il primo passo per la sua definizione d'artista. La Cappa ha vissuto in un'epoca in cui le donne cominciavano ad avere maggiori libertà, soprattutto negli anni Venti quando il Fascismo chiedeva una partecipazione attiva della popolazione femminile nella società italiana.
Quando Benedetta entra nello studio di Giacomo Balla, le figlie del pittore notano subito che l'artista è dotata di una forte personalità rispetto alle altre allieve del maestro. Benedetta colpisce anche il leader del futurismo Filippo Tommaso Marinetti: da un'amicizia intellettuale, nata nel 1917, nasce un amore che si consolida nel 1920 con il matrimonio.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Benedetta_Cappa
Proveniente da una famiglia piemontese, fu allieva di Giacomo Balla. Dal 1919 sperimentò diverse forme d'arte dalla pittura, alla letteratura, alla scenografia, in linea con la poliedricità del Futurismo. Nel 1918 ad una mostra di Balla le fu presentato Filippo Tommaso Marinetti che sposò nel 1923, con cui ebbe tre figlie : Vittoria, Ala, Luce. Durante una vacanza al mare, i due inventano una nuova forma d'arte tattile: il Tattilismo,[1] concepito come un'evoluzione multi-sensoriale del Futurismo. Nel 1929 fu una delle promotrici, insieme a Balla, Depero, Dottori, Fillia, Marinetti, Prampolini, Somenzi e Tato del Manifesto dell'Aeropittura[2]. Partecipò a cinque edizioni (1926, 1930,1932, 1934 e 1936) della Biennale di Venezia (nel 1930 fu la prima donna ad avere un'opera pubblicata nel catalogo della Biennale) e a tre della Quadriennale di Roma (1931, 1935, 1939)[3].
Negli anni trenta, e precisamente nel 1938, dipinse a Palermo 5 grandi pannelli ( sei metri e mezzo per dieci ) raffiguranti le comunicazioni terrestri, marine, aeree, telegrafiche, radiofoniche ( nel 2015 esposti presso il Museo Guggenheim di New York [4]. ), per la Sala del Consiglio del palazzo delle Poste di Palermo[5], splendido esempio di architettura del razionalismo
VIDEO
https://www.youtube.com/watch?v=pimUN6qY6Gc