L'Islam delle origini. La questione delle conversioni.

Non ci furono all'inizio dell'Islam tentativi di imporre la religione
musulmana ai nuovi sudditi; essa continuò ad essere considerata la
religione degli Arabi, come l'Ebraismo rimaneva quella dei figli di
Israele e analogamente ci si comportava verso i Cristiani, ritenuti
"migliori di Ebrei e di Musulmani". Vi fu persino un breve periodo in
cui le conversioni furono proibite per legge. Ma circa un secolo dopo
la morte di Maometto i califfi iniziarono ad incoraggiarle, e molti si
sottomisero all'Islam, dimostrando che il Corano corrispondeva ai
bisogni religiosi dei popoli del Medio Oriente e del Nord Africa. Non
di rado le conversioni, però, obbedivano ad esigenze pratiche, se non
di comodo conformismo. L'Islam fu in grado di assimilare la saggezza
secolare delle culture con cui venne in contatto e di instaurare
rapidamente la propria tradizione culturale distintiva; non fu una
minacciosa forza disgregatrice; fu al contrario, una forza capace di
integrare società diverse, grazie ad un universalismo sociale di
prim'ordine. Per far fronte alle nuove condizioni i giuristi musulmani
svilupparono una teologia della jihad (o guerra santa) per creare una
società giusta e solidale, per educare le anime a combattere le
cattive inclinazioni, per l'umma. Nulla di quanto certi moderni
invasati tenta di far passare come "guerra santa". Sull'argomento si
tornerà.
Casalino Pierluigi, 13.11.2015