Islam, religione e politica

La questione è di stretta attualità, ma non si esaurisce nelle
cancellerie, né nelle stanze degli studiosi o degli osservatori di
cose economiche. Né bastano le interpretazioni che ne fanno gli
opposti integralismi, soprattutto quello basato su una lettura
strampalata dei suoi testi. L'Islam è all'ordine del giorno, almeno
dal secondo dopoguerra. L''Islam, come necessaria premessa, è la
religioni intermedie del pianeta, dalle rive atlantiche dell'Africa al
Pacifico, dalle steppe siberiane alle lontane isole dell'Asia
meridionale: berberi, africani occidentali, sudanesi, africani
orientali di lingua swahili, arabi mediorientali, turchi, iraniani,
popoli turchi e persiani dell'Asia centrale, afghani, pakistani, molti
milioni di cinesi e di indiani, la maggior parte delle popolazioni
della Malesia e dell'Indonesia e alcune minoranze delle Filippine:
circa 1 miliardo di persone, non sempre di analoghi punti vista, si
riconoscono nell'Islam. Sotto il profilo etnico, linguistico, delle
usanze, dell'organizzazione sociale e politica, oltre che delle forme
di cultura e di tecnologia, tra passato e modernità, essi
rappresentano un patrimonio di esperienze umane estremamente
diversificato. Eppure l'Islam li unisce, nel bene e nel male. Benché
sia raro che essi vivano soltanto per l'Islam, questo informa la
concezione che essi hanno di se stessi, regola l'esistenza quotidiana,
determina gli obblighi sociali e soddisfa il desiderio di salvezza
umana e ultramondana. Nonostante le enormi diversità e rivalità,
l'Islam forgia una delle grandi famiglie spirituali del genere umano.
Casalino Pierluigi, 10.11.2015