Oggi San
Francesco di Paola.
Verso i 600
anni della nascita di San Francesco di Paola.
Uno studio
sulla modernità e tradizione della Regola
di
Pierfranc Bruni
2 Aprile. Era il Venerdì Santo. Moriva il Santo di Paola. Ci prepariamo a celebrare i
600 anni della nascita del Santo dei Calabresi nel Mondo. Calabresi?. Già,
bisogna essere profondamente calabresi, ovvero abitare quella “etnia” calabra –
bruzia, non solo Magno Greca, per vivere la santita del Paolotto e poi si
aggiunge il resto… San Francesco di Paola. Il Santo che ha penetrato il cuore
dell’Europa nelle metafore del Mediterraneo.
Il fondatore dell’Ordine dei Minimi ha
lasciato delle testimonianze importanti nella cultura popolare e nella
religiosità del quotidiano oltre ad aver tracciato le vie di una santità che
vive nella nostra consapevolezza. Il Santo che amava il mare (come ho cercato
di proporre nei miei due libri dedicati a San Francesco dal titolo: “San Francesco di Paola. Il chiostro come
metafora della grotta”, 2000 e “San
Francesco di Paola. Il chiostro: isola Mediterranea”, 2004) ma che
intraprendeva cammini lungo le strade di terra. Giunse fino in Francia dove
morì.
La vita di San Francesco di Paola (nato a
Paola il 27 marzo del 1416 e morto in Francia, a Tours, il Venerdì Santo 2
aprile del 1507, all'età di anni 91) è stata una vita avventurosa. Resta un
Santo popolare ma il suo culto si diffuse soprattutto dopo la canonizzazione,
voluta, tra l'altro, dalla regina Anna di Bretagna per aver miracolato la
figlia, principessa Claudia, che porta la data del 1° maggio del 1519. Infatti
dopo questa data vennero erette, in suo nome, chiese, conventi e venne
proclamato patrone di diverse città. Napoli lo proclamò Patrono solennemente
l'11 novembre del 1625 e Torino lo nominò Patrono della città nel 1706.
Nella sola Italia meridionale le città
che lo hanno proclamato patrono sono ben ventidue. In Francia e in Spagna è una
presenza i cui richiami miracolosi sono impressionanti. Tra l'altro è Patrono
della Gente di mare della Nazione Italia. Lo volle Pio XII mentre Giovanni
XXIII lo proclamò Patrono speciale della Calabria.
Fondatore dell'Ordine dei Minimi. Nel
testo di Padre Francesco Russo si legge: "L'ordine dei Minimi, iniziato da
S. Francesco di Paola nel 1453,
ha avuto uno sviluppo prodigioso nel secolo XVI ed ha
toccato l'apice alla metà del secolo XVII.
"Alla morte del Santo Fondatore,
avvenuta il 2 aprile del 1507, i conventi esistenti in Italia, Francia, Spagna
e Germania erano una trentina. Al primo Capitolo Generale, tenuto a Roma nel
1507, si ebbe la prima divisione in Provincie, che furono sette: 2 in Italia, 3 in Francia, una in Spagna e
una in Germania. Un secolo dopo le Provincie erano salite a 20 con 380
conventi. Durante il secolo XVII furono create altre Provincie e un Vicariato,
con un complesso di altri 251 conventi. Sicché alla fine del secolo XVII si
aveva un complesso di 33 Provincie, tre Vicariati, 640 conventi e circa 14 mila
Frati" (P. Francesco Russo, Il
Santuario - Basilica di Paola, Monografia storica e guida illustrata,
Edizioni Santuario Basilica San Francesco di Paola, 1966).
Questo Santo che non smise mai di
considerarsi un minimo. Si considerava un "minimo dei minimi servi di
Gesù". Perché minino vuol dire secondo la concezione del paolano
"ultimo". La sua umiltà nel segno di un simbolo che recita
Charitas. Martire, umile e
martirizzato.
Cinquantacinque
anni dopo la morte il corpo sepolto nella chiesa di Tours, trovato intatto,
venne bruciato dalla rabbia degli Ugonotti il 13 aprile del 1562. Il Santuario
di Paola è un'immensa memoria che conserva i luoghi della sua presenza. La sua
dimora, il percorso sul ponte, il posto del diavolo, l'acqua santa, la bomba
che cadde e non esplose.
I Conventi non furono fondati solo in Italia e
in particolare in Calabria. Ma c'è una devozione che tocca territori e paesaggi
che vanno chiaramente oltre confine. "Il Servo di Dio, fiorendo di virtù
in virtù, fondò in Francia, in poco tempo, vari magnifici Conventi (per esempio,
a Tours, ad Amboise, a Gien, a Parigi, Chatellerault, ed altri altrove), grazie
al contributo generoso dei Principi e alla prestazione di lavoro dei
fedeli". Così si legge in Vita di
San Francesco di Paola scritta da un discepolo anonimo suo contemporaneo
nelle Edizioni del Santuario - Basilica di S. Francesco, Paola 1967.
Ma il trasporto religioso orientale non è
cosa a sé dalla cultura cristiana vissuta in Occidente. Sembra un intreccio di
elementi ma è piuttosto un assorbire istanze storiche che il mondo religioso ha
ben saputo raccogliere.
Questi
Conventi sorgono, la maggior parte, intorno ad uno spessore di identità culturale
mediterraneo e i paesi, i luoghi, i territori, soprattutto nel Sud, sono realtà
storiche ed esistenziali che hanno vissuto l'incrocio di civiltà.
Per San Francesco la grotta era un segno
della povertà, della carità e del vivere in umiltà. Ma ci sono più casi che
definisco ciò. Non si tratta assolutamente di coincidenze. Ma il rupestre è
l'immediato contatto con la terra. Il vivere in grotta è il vivere con la
terra, con la natura, con le forme della natura. Tutto era in grotta. Si
potrebbe dire, infatti, che l'impostazione abitativa storica del
francescanesimo dei Paolotti a cominciare proprio da San Francesco di Paola era
(ed è) quello di caratterizzarsi nella grotta e nel territorio che presenta il
mondo rupestre come un modello.
Il cerchio, la mezza luna, le lunette, i
pozzi, le forme labirintiche (le grotte sono una smisurata metafora
labirintica) sono concezioni mediterranee. San Francesco di Paola è uno dei
Santi più mediterranei che vive nell'immaginario popolare. Il mare e la terra
sono i simboli di una appartenenza profondamente sacrale. I Conventi di San
Francesco di Paola sono una realtà che continua a vivere in un immaginario che
cattura nell'idea dell'appartenenza mediterranea.
Le colonne, le arcate, le volte, le forme
a vela sono un intersecarsi di stili che provengono da lontano e che hanno
trovato nell'Umanesimo - Rinascimento una composizione ad intreccio che è una
esplicazione di una sommatoria di tasselli storici e architettonici. Ma questi
elementi erano già in nuce nella formazione naturale della visione delle
grotte. Certo, ci prepariamo a vivere e ad abitare i 600 anni della nascita di
San Francesco di Paola. E lo facciamo con uno studio “particolare” sulla Regola
e sui “modelli” dei Paolotti attraversando il San Nicola di Longobardi, il
Santo di Papa Francesco, al quale abbiamo dedicato recentemente un libro. Un
Santo nella modernità della tradizione.