Festival e dintorni. Quando Belen esibì la natura



Il Festival di Sanremo è un microcosmo nel macrocosmo, così com"è questa Città di Fiori che ormai fa parte dell"immaginario collettivo della presente e passata stagione dello spettacolo. Un"occasione che fa spettacolo comunque, nel bene e nel male, nella polemica - più in questa - che nel consenso. Ma sempre riesce a dare fuoco alle polveri, anche quelle bagnate dalla crisi, una crisi che nel 2012 era resa ancor più insopportabile dalla faccia da quaresima di Monti che suscitava tristezze su tristezze, anche funerali.  La manifestazione della Antica Madre creò un polverone, tra critiche ed applausi in una sequenza di incommensurabili colpi di audience. Questa in soldoni l"apparizione di Belen sul palco dell"Ariston nell"edizione 2012, targata Gianni Morandi. La show girl argentina dalle mille sfaccettate interpretazioni dell"eros, tra il ruolo della maga Circe e della professionista della moderna rappresentazione della sensualità femminile, si espresse in un modello forse enfatizzato più di tanto a scopi commerciali, ma che ha trovato, in passato, anche in noti padri della Chiesa giustificazioni sociali talora aldilà del buon gusto.  Ma insomma, come si dice, anche in questo, Sanremo è Sanremo, e Sanremo ci ha regalato nell"oscura congiuntura una pagina di trasgressiva voglia di vivere. E il Festival fu comunque un successo in tal modo. La realtà è che nel 2012, qualcuno lo ha ripetuto simpaticamente, anche i soldi per quella natura mancano, segno di una inconcepibile atmosfera dimessa. La crisi ci ha tolto il sorriso, magari non ci ha ancora ucciso - e ci mancherebbe altro ! -, ma ci ha reso infelici al punto da dimenticarci chi  eravamo al tempo della "dolce vita" . Perché, allora, prendersela tanto con le grazie (ma non diciamo disgrazie) di Belen, italiana d"adozione, sfrontata idea di sesso - ma sono cose sue - e non prendersela con il lager della crisi in cui ci stanno tenendo.
Casalino Pierluigi, 28.03.2015