Mondo in Cammino : EVENTO 21 MARZO, con il film “Behind the Urals – the nightmatre before Chernobyl”





EVENTO 21 MARZO
Comunichiamo  che l'evento del 21 marzo prossimo a Carmagnola (Voci e storie di un Mondo in cammino)sta acquisendo sempre più valore, per le seguenti motivazioni:
- la presenza di Vera Politkovskaya, alla luce della recente uccisione di Nemtsov, avrà il valore di una testimonianza importante e per certi versi inedita, coincidendo con la prima visita ufficiale che la figlia di Anna Politkovskaya ha scelto di dedicare espressamente  - grazie all'amicizia che la lega al presidente dell'associazione Massimo Bonfatti e su suo invito, - al decennale di Mondo in cammino
- la proiezione in prima internazionale del film "Behind the Urals – the nightmatre before Chernobyl" precede di un mese la cerimonia di assegnazione degli "Oscar gialli" da parte del prestigioso  Uranium Film Festival" che si terrà quest'anno – per la sua quinta edizione – a Quebec City in Canada e in cui "Behind the Urals" è stato selezionato come finalista. Il film diventa pertanto un'anteprima imperdibile con al possibilità di parlare con gli autori Alessandro Tesei e Pierpaolo Mittica
- verranno letti dall'attrice Camilla Sandri, brani inediti del racconto di Ella Kesaeva che sarà presente per ricordarci la sua testimonianza a 10 anni dalla tragedia di Beslan.  In fondo a questa mail un breve e intenso stralcio di questa testimonianza che ha regalato a Mondo in cammino e che sta man mano prendendo forma in un libro, a sua volta inedito, che verrà spedito in omaggio a tutti gli iscritti 2015
- Michele Curto ci raggiungerà direttamente da Bologna dopo la partecipazione, assieme a Don Ciotti, alla Giornata della memoria e dell'impegno indetta da Libera con lo slogan "La verità illumina la giustizia" in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
- infine la presenza di Cecilia Tosi, che condurrà i dibattiti, alternati ad interventi musicali del Gruppo Khorakhané - che interpreterà gli autori che hanno accompagnato il percorso di crescita di MIC (De Andrè, Bertoli, ecc.)  - conferirà all'evento  una migliore atmosfera partecipativa
- Al termine un convivio con gli ospiti permetterà di suggellare l'incontro e le relazioni instaurate, grazie al menù multietnico predisposto dal'associazione interculturale Karmadonne (offerta di 5 euro e prenotazione tramite modulo sotto indicato)

Tutte le informazioni sull'evento al seguente link (nel caso di partecipazione compilare il modulo di adesione indicato): http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=2264

Le informazioni, invece, per sostenere l'associazione aderendo per il 2015 sono riportate sul sito: www.mondoincammino.org

Di seguito la breve testimonianza di Ella Kesaeva.

Cordiali saluti!
La segreteria di Mondo in cammino

Ella Kesaeva è la presidente di "La voce di Beslan", associazione dei parenti delle vittime della tragedia. Nell'assedio fra il primo e il quattro settembre 2004 ha perso due nipoti e un cognato. Mentre era ancora  in corso il sequestro della scuola, Ella trova finalmente il proprio nipote Alan (soprannominato Totoša ), assieme alla sorella Emma, madre di Alan. Il piccolo ha ancora in tasca i soldi che aveva messo da parte per comprare il regalo alla zia (Ella Kesaeva), il cui compleanno è proprio il primo settembre (primo  giorno del sequestro della scuola da parte dei terroristi)
Improvvisamente una parente del marito di Emma ci si fece incontro. Afferrò mia sorella per la mano e le disse senza mezzi termini: "Emma, tanti non riusciranno neppure a ritrovare il corpo dei propri figli, troppi sono bruciati, ma il nostro no, è ancora intero. Andiamo". Ci alzammo senza neanche capire che cosa stesse dicendo, e la seguimmo. Mentre ci accompagnava in ospedale, lungo la corsia, pensai che avesse trovato il nostro Totoša.
Ci condusse in obitorio e ci portò fino in fondo alla stanza senza badare ai cadaveri che giacevano tutt'attorno. Poi si fermò. Si fermò davanti a un corpo e cominciò a piangere. Io avevo paura persino a guardare. Poi sollevai lo sguardo e vidi Totoša. Sembrava addormentato. Meglio non nascere piuttosto che trovarsi di fronte a un'immagine del genere. La parente di Emma mi sussurrava piano di sostenere mia sorella, ne aveva bisogno. Io non potevo né capire né tantomeno accettare una cosa simile: "No, non è lui, non è lui". "È lui, è mio figlio" bisbigliò Emma sommessamente. Si chinò su di lui e iniziò ad accarezzargli il viso, poi i capelli. Aveva ancora la camicia abbottonata, la cintola allacciata, era scalzo ma i calzini erano puliti. Qualcuno disse che gli avevano sfilato le scarpe. Aveva ferite da proiettile sul ventre, sui fianchi e sulle gambe. Dei fori molto piccoli. Non una sola ustione. Ancora tutto intero. Eseguirono l'autopsia proprio lì. Poi, chissà perché, avvolsero il corpo di Alan in un sacco di colore indefinito e ce lo consegnarono. Ci consegnarono anche 1500 rubli, dissero che li aveva nelle tasche. Erano i soldi con cui voleva comprarmi il regalo di compleanno. In seguito, soltanto dopo molto e dietro nostra insistenza, ricevemmo i risultati dell'esame autoptico. Portavano la firma di un certo Techov, e al 60% riconducevano le cause della morte a ustioni e lesioni da esplosione. Allora cercammo di ottenere una perizia esterna. Ci rivolgemmo al tribunale, volevamo dimostrare che la verità era diversa, ma non accolsero la nostra domanda e non ci restituirono neppure gli effetti personali di Alan ancora in loro possesso. Del resto i pantaloni e la camicia erano ricoperti di minuscoli forellini. Qualche anno dopo venni a sapere com'era morto. Alan stava attraversando di corsa il cortile posteriore della scuola in direzione dei garage quando fu colpito da alcuni proiettili che non provenivano dalle sue spalle, bensì dai vicini edifici residenziali. Lui aveva continuato a correre e si era infilato in un varco molto stretto posto in mezzo ai box auto. Era ancora vivo, in molti successivamente hanno confermato di averlo visto. Si  era seduto ed era rimasto a guardare. E poi era morto. Non lo aveva aiutato nessuno. Lì non c'erano soccorritori.
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