Ferrara, Massimo Cacciari nuovamente a Palazzo Schifanoia: per Pico della Mirandola....

Segnalazione:  ormai è quasi di casa a Ferrara: lo scorso 20 marzo Massimo Cacciari, raro filosofo creativo più o meno "progressista"  ha presentato "Giovanni Pico della Mirandola. Mito, magia, qabbalah" –di  Giulio Busi e Raphael

(Estratto da Estense com)

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Perché per Giovanni Pico della Mirandola è necessaria la cabala? Essa è semplicemente un valore aggiunto al ragionamento filosofico o ha ben altre e significative valenze? Queste sono solo alcune tra le domande che si sono posti ieri Marco Bertozzi e Massimo Cacciari, che insieme agli autori del libro "Giovanni Pico della Mirandola. Mito, magia, qabbalah" – Giulio Busi e Raphael Ebgi – hanno ripercorso la figura del giovane 'Conte della Concordia', attorniati dagli affreschi di palazzo Schifanoia.
Secondo Massimo Cacciari, l'umanesimo deve essere pensato come un periodo drammatico, perché "è un periodo di profonde crisi, di contrapposizioni e contraddizioni, in cui linee incompatibili di pensiero si confrontano". E proprio tra la necessità di un confronto e la consapevolezza di questo moto di contraddizioni si inserisce Pico della Mirandola.
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"Bisogna dunque riscoprire il platonismo alla luce delle scoperte cabalistiche: questo è l'umanesimo, di cui Pico avverte la crisi. Ce la fa? No, non ce la fa – conclude Cacciari -, ma lascia questo grande problema, che è molto di più che un concetto di tolleranza: la sua idea di pace naufraga, ma ciò che non finisce è l'idea in cui la ricerca della nostra identità è da trovarsi in una dialettica in cui non v'è gerarchia. Ed è esattamente quella che nei momenti di crisi ritorna ed esige di essere pensata".