Che Mussolini fosse personaggio scomodo e inviso alle autorità era già noto fin dai suoi trascorsi socialisti. Durante le giornate della Conferenza di Pace di Sanremo nella primavera del 1920, gli era stata vietata l'accoglienza nella Città dei Fiori da parte delle forze dell'ordine, che già avevano il timore delle invettive di Gabriele D'annunzio, impegnato all'epoca nell'impresa fiumana. Il futuro capo del fascismo, seguito a vista, era il pericolo numero uno degli organizzatori e dell'evento sanremese, che avrebbe dovuto decidere le sorti delle province ex ottomane. Da socialista ad interventista e poi fascista, Mussolini non era mai stato soggetto controllabile. Per ironia della storia, quando, nel 1922. a Rapallo si riunì la conferenza che segnò l'intesa segreta tra la Germania e la Russia dei soviet, Mussolini era ormai assai vicino alla presa del potere in Italia. Durante la sua esperienza socialista, il futuro Duce, aveva trascorso un periodo ad Oneglia (ancora non unita a Porto Maurizio nella città di Imperia), dove aveva preso coscienza delle sue qualità e possibilità in campo giornalistico e politico. Qui diresse la rivista "La Lima", arringava i socialisti dei dintorni, si distingueva per essere sempre "al verde", si divideva tra donne e comizi e aveva l'hobby della musica. si dilettava a suonare violino e trombone, quando l'umore era buono. Ma non erano note liete quelle che che si spandevano per Oneglia, ma quelle gravi di una marcia funebre, "in omaggio alla borghesia, prossima a morire". Malgrado l'aspetto poco rassicurante, piaceva al gentil sesso, anche se ebbe solo avventure occasionali. Mussolini "amatore" ebbe un'avventura con la modista ventenne Giovanna Pasqualina Amoretti. Con questa donna visse una relazione seria e quando abbandonò Oneglia le chiese di seguirlo "in libera unione". Lei non accettò, ma le restò fedele a modo suo, non sposando altri. Nel 1935 fu colpita da un male incurabile e glielo fece sapere. Lui l'aiutò con sussidi, seguì tramite il Prefetto di Imperia il decorso della malattia, la fece ricoverare a Genova nella clinica "Villa Serena", dove fu operata dal Professor Durante. Erano i tempi della guerra d'Abissinia e il Capo del Governo aveva altri problemi per la testa, ma non fece mancare il suo aiuto all'antica compagna. Il periodo onegliese fu ricordato come un capitolo felice, pur dovendo fronteggiare una perenne condizione di morosità, soggiornando anche in una baracca sul porto. Quando fece ritorno a casa inviò una cartolina all'amico Giacomo Delbecchi, scritta in un latino approssimativo e intesa a rivolgere un invito a resistere e un saluto ai suoi ex compagni.
Casalino Pierluigi, 25.03.2015