Si assiste ad un' inversione se sensibile di tendenza su sostenibilità, salute e diritti. Circostanza resa ancora piu marcata dalla decisione della presidenza Trump di ritirare gli Stati Uniti dall' Accordo di Parigi sul clima e dall' Organizzazione Mondiale della Sanità e dal disimpegno delle principali banche globali dalle alleanze per il clima fino alla sostituzione del paradigma Diversity, Equity& Inclusion con una visione elitaria di Mei, cioè Merito, Eccellenza e Intelligenza. Il livello sta cambiando livello e grado della responsabilità sociale, dalla Csr fino alle forme più evolute e sofisticate di compliance Esg sembra lasciare il campo al pragmatismo sociale che si pensava sepolto dalla consapevolezza della solidarietà e della collaborazione Tuttavia questa tendenza non può rappresentare solo un arretramento, ma anche l'opportunità di fare chiarezza e dare maggiore sostanza alla natura e all' orizzonte di quel mutamento desiderabile che può costituire il vantaggio competitivo del Made in Europe. Paradossalmente la tendenza in atto rende più visibile il cosiddetto green washing, la tecnologia benevolente e il paternalismo sociale, e ci rende più capaci di distinguere e valorizzare quelle aziende ed istituzioni orientate a voler fare scelte sostenibili. In questo contesto il concetto di intenzionalità sociale si fa strada ed assume un ruolo centrale in vista del recupero di strategie e aziendali e politiche finalizzate al benessere collettivo, alla democrazia e alla felicità pubblica. Al centro di tali strategie si pone il "valore d'uso" dell' intelligenza artificiale che può servire a costruire decisioni economiche e sociali. Il vero problema non è dunque solo misurare l'intelligenza artificiale in termini di esternalità positive o negative, ma capirne il modo di governare uno strumento, che, senza una missione pubblica, agisce inevitabilmente sulla gente per determinarne i comportamenti e le intenzioni. Si cadrebbe così nella trappola tecnicistica, che vede bella intelligenza artificiale un mero fenomeno neutrale, rinunciando a governarne il potenziale trasformativo. Al fondo della questione quindi non c'è solo l' impatto sul lavoro e socialità (che comincia già a creare disagio), ma la libertà e il desiderio dell' uomo. E tutto questo ci fa riflettere sul fatto, più volte ricordato, che la democrazia non è più una garanzia acquisita e si può arrivare a compromessi pericolosi con sistemi che nulla hanno a che fare con la democrazie e la libertà di pensiero, privilegiando anche concetti tutt'altro che veritieri e deformanti la mente di chi dovrebbe razionalmente pensare con equilibrio. Chi vuole il cambiamento, quello serio, non deve più limitarsi a dichiararlo.
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Roberto Guerra