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Le manifestazioni pro Palestina e l' agenda politica del Qatar. Eversione e propaganda islamista nel cuore dell' Occidente.



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Da: Pierluigi Casalino <pierluigicasalino49@gmail.com>

Fonti attendibili di intelligence occidentali e israeliane confermano i finanziamenti del Qatar a promozione delle manifestazioni in corso pro Palestina ed anti Israele negli atenei europei e americani. E ciò a sostegno dell'agenda politica di quello stato del Golfo in Occidente. Un agenda che si estende fino al cuore dello stesso Vecchio Continente con la sollecitazione alla costruzione di moschee o di conversione di sacri edifici cristiani in luoghi di culto islamici, secondo la visione dei fratelli musulmani. Il Qatar, notoriamente, appoggia, infatti, tutta la galassia della fratellanza islamica e l'attuale ondata di proteste è spinta da infiltrati dell' Islam radicale che prende le mosse proprio dal Qatar, non direttamente interessato alla questione, ma determinato ad alzare i livelli di propaganda per motivi politici. Si ricordi, in proposito, che qualche anno fa il resto delle   monarchie del Golfo, con in testa l'Arabia Saudita avevano rotto le relazioni diplomatiche⁹ con il Qatar, accusando quest' ultimo di favorire ed ospitare iniziative terroristiche, come di recente si è visto con Hamas. Anche l'attuale leadership turca, rinnegando in qualche modo il secolarismo kemalista rientra nella strategia dei Fratelli musulmani, creando problemi alle alleanze occidentali in cui la Turchia è inserita. Doha, per la complessità degli interessi, è da tempo,al riguardo, il capofila anche di movimenti eversivi che minacciano sia il mondo arabo che l'Occidente. Questa deriva neo-musulmana si coniuga con una linea soft di rei-slamizzazione dell'Islam, ma non meno insidiosa. Circostanza che va in contrasto con la rete degli iman egiziani, marocchini e tunisini, ma anche algerini, che operano fuori delle aree esterne all'area nord africana. Il problema è la concorrenza con i sauditi, che custodiscono i luoghi santi dell' Islam e che si muovono in vista di un Islam istituzionale e non repubblicano. Si tratta di divisioni che agitano il mondo sunnita, dalle quali si tiene comunque lontano l'Oman per le sue caratteristiche "inbalite", aperte ad un pluralismo che comprende e favorisce molti aspetti del costume, dell'arte e dello spettacolo occidentale e della sua proposta intellettuale (ma questo è un discorso che approfondiremo in altra occasione).Tra i Paesi del fronte sunnita, tuttavia e ovviamente, non si inserisce l'Iran e i suoi alleati sciiti nella zona, che alimentano altre energie eversive che ben si sposano comunque per ragioni tattiche con le cellule ultra-sunnite di Hamas. E proprio da Hamas, via Qatar, pervengono i finanziamenti e gli stimoli alla propaganda nelle università occidentali che finiscono per allargare le intese con l'ultra sinistra dei centri sociali e i gruppi anarco-radicali. In questo clima confuso si inseriscono anche le linee di disinformazione cinesi e russe, il cui scopo è di indebolire i valori e le difese occidentali.
Casalino Pierluigi 


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Roberto Guerra
 

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