Il Santo e la Politica



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Da: Angelo Giubileo <angelogiubileo6@gmail.com>
 


Il Santo e la politica

Si ritorna a parlare dei Radicali. Chi siano e cosa rappresentino, esattamente, non è facile. Un giorno, alla mia obiezione secondo cui i Radicali si facessero vivi soltanto nel periodo delle elezioni, Rita Bernardini mi rispose citando Paolo di Tarso: "omnia munda mundis". Sottolineando così, a suo modo, una mia supposta malafede.
Per anni, i Radicali sono stati ciò che Giacinto Pannella detto Marco diceva che fossero.
Pannella si è sempre mostrato come un astro vaticinatore della politica, un santone indiano d'altri tempi, il Pontefice laico della nostra Repubblica.
Quella stessa per cui Platone pensava che l'arte della politica fosse più adatta a impedire il governo del tiranno, che oggi chiamiamo dittatore; a differenza di ciò che sul punto pensava Aristotele, il quale, allo scopo, preferiva l'arte del teatro, oggi tutto ciò che è spettacolo. E oggi, la politica non è quasi nient'altro che spettacolo.
Ma, qual è la differenza tra l'arte della politica e l'arte del teatro? Entrambi sono finzione, ma l'arte del politico è quella di spacciare le cose che dice per vere e quindi giuste.
E dunque, peccato per i Radicali e i politici di oggi, tutti orfani del loro "Salvatore" o, nel greco antico, colui che Platone chiamava "Chrestos".
Ah, non so se possa interessare al mio lettore, comunque anch'io preferisco il teatro!

Angelo Giubileo 


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Roberto Guerra