Fallito il tentativo di abbattere gli edifici di epoca fascista o di occultarne lo stile architettonico razionalista come proposto qualche anno fa dal New Yorker, ora è l'Unione europea a riprovarci in un modo più subdolo ma altrettanto pericoloso per la conservazione della memoria storica.
Il 30 novembre e 1 dicembre si terrà infatti a Cesena il «primo meeting europeo sul patrimonio dissonante» in cui verrà annunciato un nuovo progetto europeo nato con l'obiettivo di «ripensare gli edifici costruiti in periodi storici difficili, portatori di valori controversi».
Con patrimonio dissonante «si fa riferimento a un oggetto patrimoniale collegato ad eventi storici più o meno conosciuti e riconosciuti, in alcuni casi legati ad un passato comune complesso e controverso, da cui possono scaturire interpretazioni conflittuali o comunque in contrasto tra loro da parte di gruppi socio-culturali diversi (es. Architetture dei totalitarismi del 900)».
Rientra in questa definizione l'architettura razionalista, eppure gli edifici di epoca fascista sono da decenni sede di numerosi luoghi istituzionali come tribunali, stazioni di polizia, comuni, non certo funzioni «dissonanti» rispetto alla vita democratica italiana. L'aspetto più preoccupante è la volontà di «ripensare» queste architetture con un chiaro intento di cancel culture......................
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