Madeline Miller, Circe (Feltrinelli, 2019-21)

Spettacoloso  romanzo sulla celebre Maga Circe dell'Odissea... In tempi di mediocrità generale narrativa (figurarsi i romanzi) odierna, questa "penna" della Miller (scrittrice americana contemporanea) sembra uno dei filtri magici della stessa Circe.
Vera Poesia, anzi poetica del romanzo e narrare, pur su rigorose basi conoscitive, selezionato per il prestigioso Woman's Prize  per la Fiction del 2019.
Poetica scorrevole dalla prima all'ultima pagina quasi, nonostante una cifra letteraria mica semplice e banale, impreziosita da dilatazioni e sublimi witz quasi in animazione incanto sospesi, transtemporali continuum...
La Miller ci trasporta in un viaggio del Tempo, retrocontemporanei all'era del mito e Circe, che alla fine spicca su tutte le altre figure e gli stessi Dei, anzi smascherati per la loro disumanità, al di là della Meraviglia classica degli Dei.
Circe non è solo una Donna Ninfa immortale, ma via via sempre più umanissima... Il Mito vera meraviglia fiaba  come opera d'arte-vita contro la mitologia. Oserei dire Un mito arte senza mitologia.
E Circe archetipo prototipo della libertà femminile erotica eterea , capace di liberarsi, nonostante oppressioni indicibili, fin dall'infanzia, degli Dei e le Ninfe stesse: da Eete l'Isola micro  dove fu esiliata, a Itaca.
Anche Ulisse Odisseo ne esce parzialmente almeno male, benissimo invece, Penelope, Dedalo, Prometeo....
Mentre Circe alla fine forse rinuncia all'immortalità per amore di Telemaco....


"Poggiando su una solida conoscenza delle fonti e su una profonda comprensione dello spirito greco, Madeline Miller fa rivivere una delle figure più conturbanti del mito e ci regala uno sguardo originale sulle grandi storie dell'antichità."

«Madeline Miller dona a Omero una nuova magia»Le Monde

«Miller ci fa scoprire una donna dimenticata e smarrita, tanto diversa dalla tradizione omerica sulla maga seduttrice. C'è invece una Circe, anche lei esule ma in un'isola (Eea), che combatte contro il suo destino di "donna sola", attratta "dalla fragilità dei mortali", afflitta dal disagio dell'immortalità»Pasquale Chessa, Il Messaggero




Roberto Guerra