Vitaldo Conte – "Evola in Dada 1920: Parola sconfinante fra nichilismo, alchimia, orgasmo interiore (cent'anni fa)
"Chi possiede un solo mezzo espressivo, non è artista…" J. Evola
La parola sconfinante di Evola, nel Dada, è da intendere in una estensione totale. Non è restringibile solo agli aspetti della poesia verbale, ma anche ai suoi sconfinamenti nel suono-rumore interiore e nell'immagine artistica. Naturalmente questa sua parola-creazione è usata in differenti esistenze espressive, che sottintendono il suo pensiero teorico.
…La notte e il delirio diventano "presenze" evocative e atmosfere interiori: «Mia notte mia malattia stregata». Come accade ne I sogni… un testo di ascendenza simbolista, da cui riprende un panorama di immagini e motivi, talvolta ricorrenti, che vivono in uno scenario notturno e lunare: «tutti questi strani cristalli neri sperduti nella notte / frammenti caduti di lontani mondi di immensi mondi di lontani lontani mondi».
Da Arte Astratta a La Parole Obscure… Julius Evola e Maria de Naglowska… in una mia narrazione fantasistica.