Di "Grande Reset", il piano delle elite occidentali correlato alla pandemia di Coronavirus che seguita a martoriare il pianeta, si è più volte discusso sulle colonne di questo blog. Chi affronta questo tema, tuttavia, viene spesso tacciato di complottismo. Sebbene a parlarne siano ormai diversi esponenti di primo piano del mondo politico ed economico. Tra questi, l'ex presidente dello IOR (l'istituto bancario del Vaticano), Ettore Gotti Tedeschi che, in un articolo del 15 dicembre su La Verità ha spiegato come la svolta autoritaria dei governi occidentali in concomitanza della pandemia abbia lo scopo di imporre un "dirigismo economico totalitario" per contrastare la crescente sfida posta dal modello Cina, con una "trasformazione del capitalismo liberista occidentale (perdente) in capitalismo dirigista socialista, in grado di contrapporsi a quello cinese totalitario (e vincente)".
Se tuttavia si volesse comprendere meglio di che cosa si sta parlando quando si discute di "Grande Reset" utile, anzi, forse essenziale può essere l'ultimo saggio pubblicato da Ilaria Bifarini, brillante economista (bocconiana "redenta" come tiene a sottolineare) e saggista indipendente, autrice di diversi saggi tra cui "Neoliberismo e manipolazione di massa", "I coloni dell'austerity. Africa, neoliberismo e migrazioni di massa" e "Inganni economici. Quello che i bocconiani non vi dicono". La sua ultima fatica, fresca di pubblicazione, si intitola appunta "Il Grande Reset. Dalla pandemia alla nuova normalità", edito da Phasar Edizioni e affronta proprio il tema di questo piano distopico. La cui esistenza non è affatto una fantasia complottista, sebbene i media mainstream stiano evitando di occuparsene.
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