Tale intento lo si evince anche dall'ultima comune fatica dei due autori, I misteri di Dioniso. Antico futuro come Immaginario, Mistica ed Eros, nelle librerie per i tipi di Solfanelli (per ordini: 335/6499393, edizionisolfanelli@yahoo.it, pp. 123, euro 11,00). Gli autori sono convinti, come rileva Conte, che: «gli archetipi dell'essere vivono ancora nelle memorie e storie della cultura, soprattutto quella mediterranea» (p. 71). Da qui la necessità di ri-animare, in senso hillmaniano, sia le intelligenze che i luoghi carichi di bellezza e memoria storica. Le prime devono potere re-incontrare le "acque mentali", il dono delle Ninfe di Porfirio: consentivano agli artisti di alludere all'oltre e di leggere nel visibile i segni dell'invisibile. I siti storico-archeologici necessitano, invece, di essere sottratti all'omologazione consumistico-turistica, perché possano tornare a rivelare il Genio ad essi sotteso.
Alla Mecca il profeta preferito dai musulmani era Mosè; a Medina il suo posto fu preso da Abramo, e Maometto trovò ottime risposte da opporre alle critiche degli ebrei:lui e i suoi musulmani erano tornati allo spirito più puro della fede (hanifiyya) proprio di quegli uomini che erano stati i primi muslim a sottomettersi a Dio. Non sappiamo fino a che punto Maometto abbia condiviso il desiderio di alcuni arabi degli insediamenti di tornare alla religione di Abramo. Nel Corano non viene fatta menzione della piccola setta meccana hanyfiyya;e la figura di Abramo prima delle sure medinesi fu oggetto di scarso interesse. Tuttavia, sembra che in questo periodo i musulmani chiamarono la loro fede hanifiyya, la vera religione di Abramo. Maometto aveva quindi trovato una via per confutare gli ebrei, senza abbandonare l'idea centrale della sottomissione a Dio anziché a una mera espressione terrena della fede, e la rivalutazione dell'importanza di Abramo gli permise di approfondire tale c...