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Libia. La Caporetto della politica italiana.



Da: Pierluigi Casalino  
Dal 7 aprile scorso le forze americane, secondo fonti anonime presenti sul territorio libico, sono sbarcate via mare, su hovecraft, a Misurata, provenienti dalla Tunisia. Scopo della Missione Africacon è quello di difendere militarmente le ambasciate nell'area e mettere in sicurezza la regione, prevenendo azioni terroristiche. L'appello congiunto di Italia e Francia alla moderazione e all'avvio di trattative urgenti per porre fine alla perdurante crisi libica non sembrano raggiungere lo scopo. Haftar si muove ormai chiaramente con il sostegno americano, saudita, egiziano, degli emirati e, ovviamente, della stessa Francia, che non riesce però a  sortire, con il suo spregiudicato amletismo, alcun risultato sul campo, scavalcata ormai dagli USA. L'Italia appare isolata ed inerte, così come le iniziative dell'ONU appaiono sterili. Il governo di Tripoli scivola in mano ai fratelli musulmani di ispirazione turca e qatarina, consentendo persino ai gruppi terroristici di schierarsi a suo fianco, pur con la crescente insofferenza delle sue stesse forze. Gli interessi italiani rischiano di non trovare più quel quadro di certezze che l'Onu aveva cercato di garantire. Manca al nostro Paese una autentica ed autorevole capacità di leadership, nonostante la lodevole iniziativa della nostra diplomazia e dei nostri apparati di intelligence in loco. La classe politica italiana in questo momento mostra tutti i limiti imputabili all'assenza di un minimo abc del saper far politica. Circostanza che non attiene solo alle relazioni internazioni, ma che rivela anche miopia  negli affari interni, una miopia tanto più deprecabile perché segnata da slogan e da demagogiche polemiche su questioni non di rado irrilevanti e prive di apertura strategica. La grande lezione di uno straordinario studioso liberale come Gaetano Mosca (e prima di luo di Massimo D'Azeglio) servirebbe ancora oggi per quanti ritengono di governare con boutades umorali. C'è da rimpiangere l'arte di tessitori di Giulio Andreotti e di Aldo Moro.
Casalino Pierluigi.

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