da IL GIORNALE
Roma - Antonio Di Pietro è stato iscritto sul registro degli indagati della procura di Roma per una vicenda di rimborsi elettorali incassati dall’Italia dei Valori. Truffa è il reato ipotizzato dall’aggiunto Alberto Caperna e dal pm Attilio Pisani dopo una denuncia presentata nelle scorse settimane da Elio Veltri, sei anni fa candidato in una lista collegata all’ex pm di Milano alle elezioni europee. "E' sempre la solita storia trita e ritrita su cui già, più volte - ha replicato Di Pietro - si sono espresse le varie procure della Repubblica, archiviando il caso".
La gestione dei fondi elettorali Truffa. In base all’articolo 640 del codice penale. Per questo reato risulta iscritto sul registro degli indagati della Procura di Roma, il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. Il fascicolo che lo vede coinvolto riguarda i rimborsi elettorali incassati dall’Idv. Stando alla denuncia di Veltri, l’associazione Italia dei valori si sarebbe sostituita nella gestione dei fondi elettorali al movimento politico di cui è leader Di Pietro. E tutto sarebbe avvenuto con una serie di false autocertificazioni. Al di là dell’apertura del procedimento, a piazzale Clodio si ricorda che da un lato fascicoli scaturiti da denunce analoghe sono finiti in archivio e dall’altro che lo stesso Di Pietro, qualche mese fa, ha firmato davanti a un notaio un atto per sancire che associazione e movimento politico Italia dei Valori sono la stessa cosa. Sulla vicenda, i magistrati hanno delegato una serie di accertamenti alla Guardia di Finanza.
La replica di Di Pietro "E' sempre la solita storia trita e ritrita su cui già, più volte, si sono espresse le varie procure della Repubblica, archiviando il caso. Per cui la Procura della Repubblica di Roma non poteva non procedere, anche questa volta, a seguito del solito esposto", ha commentato il leader dellIdv. "Porteremo, ancora una volta - ha continuato l'ex - le carte per dimostrare che è tutto in regola, come peraltro hanno accertato ormai da tempo non solo plurime autorità giudiziarie, ma anche, da ultimo, l’agenzia delle entrate e gli organi di controllo amministrativi e contabili. Ci vuole pazienza, ci sono persone che non si rassegnano alla propria sconfitta politica e continuano ad infangare gli altri".
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