Da: Newsletter Financecommunity.it
Finanza più "sociale"? Il cambiamento è nell'approccio
di laura morelli
Criteri Esg, impact investing, green e social bond. Le cronache finanziarie non fanno altro che raccontare un mondo della finanza che si è ripreso dalla sbornia turbocapitalista precedente la crisi del 2008 e oggi, seppur in hangover, guarda con più attenzione alla società e ai suoi bisogni. Slogan, iniziative e lettere firmate dai big del settore che invocano una maggiore coscienza nella propria attività, i segnali positivi di questa svolta ci sono. Ma indicano un vero cambiamento o più una tendenza del momento, destinata a svanire non appena calerà l'attenzione mediatica? E cosa significa esattamente questa "svolta" sociale?
Ci sono degli assunti da fare per affrontare l'argomento. Innanzitutto il tema riguarda tutti gli attori in gioco, dal risparmio alle banche, dai private equity ai consulenti. E non parliamo di attività benefiche, no profit o simili, ma di iniziative di business che considerino anche le variabili sociale e di economia reale, di governance e/o ambientale quando vengono pensate e realizzate.
Di queste iniziative ce ne sono molte. Per fare un esempio, di recente Dws ha annunciato di voler ridurre del 50% le emissioni di carbonio del portafoglio di investimenti immobiliari nel settore uffici a livello europeo. Altre realtà, come le principali società energetiche del mondo, stanno raccogliendo soldi sul mercato con i green bond, emissioni finalizzate a progetti sostenibili.
Tuttavia, cambiare in senso sociale per la finanza non può significare solo avviare progetti specifici o firmare papers.
La vera svolta sociale è infatti nell'approccio e nelle modalità di intervento del mondo finanziario, che deve essere sì orientato al profitto ma allo stesso tempo deve tenere conto delle conseguenze delle azioni e degli investimenti. Ciò implica la presenza una certa etica dietro all'attività finanziaria e di una cultura rispettosa verso il contesto (l'economia reale) e l'ambiente. Idealmente, per essere davvero sociale la finanza dovrebbe dire basta alla speculazione (quella sui mutui subprime ha causato una crisi senza precedenti), ai fondi "locusta" che guadagnano sulle spalle delle imprese, anche (e soprattutto) di quelle sull'orlo del fallimento o alle scommesse al ribasso sui titoli di stato. Ma anche alla poca trasparenza e agli atteggiamenti truffaldini degli esponenti del settore.
Viene da sè che da questo punto di vista, l'evoluzione sociale della finanza è molto più complessa di quello che può sembrare. E parte da un profondo cambiamento culturale che sarebbe la vera svolta del settore.
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