L'ATTUALITA' DI BENEDETTO CROCE

Spesso il concetto di attualità è un concetto ambiguo e non di rado si preferisce parlare di rilettura di un evento o di un personaggio storico, in particolare di un uomo di pensiero. E' questo il caso di Benedetto Croce, la cui lezione ideale e culturale dal dopoguerra è stata a lungo trascurata. In occasione della recente celebrazione del centocinquantesimo della nascita del filosofo napoletano, molte sono state le voci a levarsi per una rilettura, appunto, dell'opera di Croce, la cui lezione rischiava di sprofondare nel definitivo isolamento in cui era stato condannato dall'egemonia di altre istanze ideologiche. E pensare che a Croce va il merito di aver proposto sia il liberalismo in chiave antifascista, dopo una precedente fase di enunciazione della teoria dei distinti, meno politica e più intellettuale, e sia una terza fase segnata dal predominio dello storicismo assoluto e del vitalismo. Sotto quest'ultimo aspetto, Croce portava agli estremi il suo pensiero anti-metafisico, identificando la realtà nella storia e nella filosofia. Emerse quindi un Croce nemico di ogni totalitarismo, da quello fascista a quello comunista. E sarà proprio questa ostilità ai totalitarismi e l'affinità ai grandi autori antitotalitari d'Europa, come Orwell e Popper, che susciterà l'avversione nei suoi confronti da parte dei comunisti italiani dopo il 1945 e, stranamente, da parte degli azionisti. Croce conosceva il pensiero europeo tra le due guerre, di cui si sentiva parte rilevante. Dal punto di vista politico, infine, non va dimenticata la straordinaria sua visione dello Stato, uno Stato concepito come una necessità politica e uno Stato concepito come patria, non nazione, e quindi da amare. La lezione di Croce appare pertanto tutta da riscoprire, senza spinte apologetiche e neanche senza superficiali riduzionismi, figli di un tempo come il nostro, assai avaro di cultura.
Casalino Pierluigi