Sarà l'islam uno dei temi al centro di "Babele", il festival letterario organizzato a Padova da Vittorio Sgarbi.
"In particolare, l'islam visto dai convertiti all'Occidente", ha spiegato il critico d'arte a margine della presentazione di una mostra avvenuta oggi a Padova. L'obiettivo è proprio raccontare tutte quelle contraddizioni vissuti dai fedeli di Allah. "Il colonialismo - ha continuato - è stato meno peggio dell'Isis".
Il festival letterario "Babele" prevede "duelli" tra autori di pareri contrapposti. Al centro tematiche divisive che possono scatenare il dibattito e l'interesse dei presenti. L'evento prenderà il posto della "Fiera delle Parole" che, giunta alla sua nona edizione, il sindaco di Padova Massimo Bitonci ha deciso di non rifinanziare. Uno dei temi che Sgarbi ha voluto mettere al centro del festival letterario è, appunto, l'islam. "Se io, mio figlio, lo mando ad Oxford non a Baghdad, ci sarà una ragione - spiega il critico d'arte - non conosco alcun occidentale che mandi il proprio figlio a Baghdad e nessuno che, abitando nei luoghi più remoti del mondo, non mandi il proprio figlio a Parigi". Questo per dire che "il mondo islamico ha tali problemi da risolvere che sono loro i primi a viverne le contraddizioni". Per Sgarbi i tagliagole dello Stato islamico hanno fatto "peggio del colonialismo".
Oggi Sgarbi ha presentato l'opera dI Donatello, un busto in terracotta di San Lorenzo, che sarà esposto per la prima volta in Italia dal 30 aprile al 25 settembre al Palazzo della Ragione di Padova. Del busto si erano perse le tracce da quando nel 1888 era stato rubato da una chiesa parrocchiale di Borgo San Lorenzo (Firenze) da un antiquario fiorentino che l'aveva poi ceduto al principe Giovanni II del Liechtenstein. "Di sicuro nessuna religione ha espresso tante bellezza come la religione cristiana - ha commentato il critico d'arte - non c'è mai stato un Bach di Baghdad né un Giotto di Mosul". Dopo Donatello, dall'11 maggio al 25 settembre, aprirà ai Musei Eremitani di Padova I Tintoretto ritrovati, otto tele attribuite da Sgarbi a Tintoretto e fino ad ora considerate copie eseguite da un imitatore veneziano ed esposte nel gabinetto del sindaco. "La grande mostra sarà poi quella sul '600 veneto su base regionale - ha spiegato Sgarbi - un grande '600 che non è conosciuto come quello romano e che diventerà l'occasione perchè da Padova a Verona, da Rovigo a Belluno siano mostrati gli autori di un grande barocco con autori facile da avere perché poco conosciuti ma di grande effetto".
http://www.ilgiornale.it/news/cultura/ora-sgarbi-mette-nudo-lislam-ecco-i-problemi-dei-musulmani-1252606.html
Il festival letterario "Babele" prevede "duelli" tra autori di pareri contrapposti. Al centro tematiche divisive che possono scatenare il dibattito e l'interesse dei presenti. L'evento prenderà il posto della "Fiera delle Parole" che, giunta alla sua nona edizione, il sindaco di Padova Massimo Bitonci ha deciso di non rifinanziare. Uno dei temi che Sgarbi ha voluto mettere al centro del festival letterario è, appunto, l'islam. "Se io, mio figlio, lo mando ad Oxford non a Baghdad, ci sarà una ragione - spiega il critico d'arte - non conosco alcun occidentale che mandi il proprio figlio a Baghdad e nessuno che, abitando nei luoghi più remoti del mondo, non mandi il proprio figlio a Parigi". Questo per dire che "il mondo islamico ha tali problemi da risolvere che sono loro i primi a viverne le contraddizioni". Per Sgarbi i tagliagole dello Stato islamico hanno fatto "peggio del colonialismo".
Oggi Sgarbi ha presentato l'opera dI Donatello, un busto in terracotta di San Lorenzo, che sarà esposto per la prima volta in Italia dal 30 aprile al 25 settembre al Palazzo della Ragione di Padova. Del busto si erano perse le tracce da quando nel 1888 era stato rubato da una chiesa parrocchiale di Borgo San Lorenzo (Firenze) da un antiquario fiorentino che l'aveva poi ceduto al principe Giovanni II del Liechtenstein. "Di sicuro nessuna religione ha espresso tante bellezza come la religione cristiana - ha commentato il critico d'arte - non c'è mai stato un Bach di Baghdad né un Giotto di Mosul". Dopo Donatello, dall'11 maggio al 25 settembre, aprirà ai Musei Eremitani di Padova I Tintoretto ritrovati, otto tele attribuite da Sgarbi a Tintoretto e fino ad ora considerate copie eseguite da un imitatore veneziano ed esposte nel gabinetto del sindaco. "La grande mostra sarà poi quella sul '600 veneto su base regionale - ha spiegato Sgarbi - un grande '600 che non è conosciuto come quello romano e che diventerà l'occasione perchè da Padova a Verona, da Rovigo a Belluno siano mostrati gli autori di un grande barocco con autori facile da avere perché poco conosciuti ma di grande effetto".
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