Maurizio Ganzaroli-La Philco-Tv del Futuro-
M Ganzaroli via HistoryCarItaly.com
Philco Predicta 1958: la TV del futuro che arrivò troppo presto
America, fine anni ’50. Le famiglie si riunivano ogni sera davanti alla televisione, che all’epoca non era solo un elettrodomestico, ma un vero status symbol, un totem domestico che univa generazioni sotto il segno del varietà, del telegiornale e dei cartoni animati del sabato mattina. Era il tempo dei mobili di legno lucido, delle automobili cromate, dei sogni a stelle e strisce. E in quel mondo, nel 1958, arrivò un oggetto così avanti da sembrare venuto da un film di fantascienza: il Philco Predicta.
Non era una semplice TV. Era un manifesto visivo del futuro.
Prodotto dalla storica Philco di Philadelphia – azienda pioniera della radio prima, poi della televisione – il Predicta fu progettato per stupire. E ci riuscì. Quando fu presentato al pubblico, nel 1958, nessuno aveva mai visto qualcosa di simile. Il tubo catodico non era più incassato in un mobile quadrato, ma sospeso, come la testa di un robot, su un supporto snodabile, separato dal corpo contenente l’elettronica.
Era il primo televisore al mondo con schermo girevole separato dal telaio. Una rivoluzione.
Il design era firmato da Catherine Winkler e Richard Whipple, due creativi della Philco che volevano rompere le regole. E ci riuscirono: lo schermo da 21 pollici, montato su un braccio metallico, sembrava galleggiare, e i modelli da tavolo, come il Predicta "Holiday", sembravano oggetti d’arte. Per non parlare del modello da pavimento "Continental", con il tubo sospeso su una colonna dorata che pareva rubata a un’astronave.
L’America ne fu affascinata e spaventata allo stesso tempo. Era bellissimo, ma anche strano. Modernissimo, ma troppo audace. Fu amato dagli architetti, dai registi, dai visionari, dai ricchi eccentrici. Ma il grande pubblico rimase incerto.
Il Predicta fu protagonista di fiere, copertine e spot pubblicitari con frasi come:
“This is not a TV – this is the future.”
E in effetti lo era. Per forma, per concetto, per presenza scenica.
Ma il Predicta ebbe vita breve. Non per un errore di design, ma per problemi tecnici. Il tubo catodico separato era più fragile, e il cablaggio interno, rivoluzionario, era anche più delicato. Le riparazioni erano complesse, e la gente si lamentava della durata. L’America voleva il futuro, sì, ma che funzionasse come il passato.
Così, nel giro di pochi anni, il Predicta scomparve dai negozi. Eppure non fu dimenticato.
Oggi è una vera icona retrò, cercatissimo dai collezionisti, usato in spot e film per evocare un’epoca in cui sognare era ancora lecito, e in cui la tecnologia era vista come qualcosa di romantico, affascinante, perfino magico.
Molti modelli originali sono ancora perfettamente restaurati, funzionanti, esposti come opere d’arte nei salotti vintage o nei loft di Brooklyn. Alcuni sono stati persino riprodotti in stile moderno, con componenti attuali ma fedeltà estetica totale. Perché il Predicta non è solo un televisore: è una dichiarazione di stile, un salto negli anni ’50 quando ogni oggetto domestico doveva essere anche bello, simbolico, desiderabile.
Chi l’ha visto acceso racconta che, anche con le immagini tremolanti in bianco e nero, era difficile distogliere lo sguardo. Era magnetico. Forse perché in quel tubo sospeso si rifletteva tutto il sogno americano: essere diversi, essere migliori, andare avanti. E se per una volta la tecnologia era imperfetta, pazienza. Almeno aveva avuto il coraggio di tentare.