Italo Calvino e Benedetto Croce a difesa della storicità dei confini italiani.

Da: Pierluigi Casalino <pierluigicasalino49@gmail.com>
 
Tra le più appassionate difese dell'italianità dei confini occidentali del Paese, in particolare di quelli della Liguria di Ponente, si ricordano quelle del partigiano Italo Calvino. L'autore sanremese, che si era battuto nella Resistenza imperiese, nel salutare Francia libera,  al pari non mancò di salutare con forza la riconquistata libertà italiana, dopo la vittoriosa lotta contro il nazifascismo, rivendicando il mantenimento dell'integrità territoriale del Paese. Analogamente si esprimerà  Benedetto Croce nel suo discorso in parlamento, all'indomani del discusso Trattato di pace del 1947 con la Francia, rimproverando gli Alleati di aver sancito la cessione di terre storicamente italiane alla Francia come Briga,Tenda ed altri lembi d'Italia minori. Le vicende che precedettero il Trattato del 1947 restano una macchia vergognosa nella storia del dopo guerra, segnate, come furono, di sopraffazione e di pulizia etnica e linguistica nei confronti di popolazioni tradizionalmente liguri e italiane. Abbiamo detto delle parziali reazioni degli angloamericani all'invadenza di De Gaulle in quella circostanza e in altre situazioni di italianità fuori dell'area ligure piemontese. Discorso che riguarderà poi anche, per altri versi, i confini orientali d'Italia e che tutt'ora sono oggetto di controversie.
Casalino Pierluigi 


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Roberto Guerra