…Su alcuni giornali e su internet mi capita di leggere, di frequente, da qualche giorno a questa parte, argomenti riguardanti una presunta intelligenza artificiale.
Leggo di abilità fantastiche attribuite a questa nuova "situazione"(non so come definirla) del tipo: riproduce, con un semplice input inviato dall'uomo, qualsiasi testo(in versi, in prosa ecc.), immagine, suono (musica) ecc.
Praticamente, detta in parole spicciole, con tale strumento qualsiasi "deficiente" o chi magari non sappia mettere due parole in riga, l'una dietro l'altra (chiedo venia per la franchezza), potrebbe diventare uno scrittore provetto o magari un poeta eccellente o, ancora, un artista "megagalattico"? In caso di positivo riscontro, che senso avrebbe per me, lettore, apprezzare la poetica o un romanzo generato letteralmente da una IA?
E ammesso e non concesso ci voglia comunque "la mano" di uno pseudo-autore, il quale si limiterebbe solamente nel dare il suddetto input, a cosa mai servirebbe l'essere apprezzati per ciò che realmente non si è?
I ragazzini, a scuola, che tipo di formazione potrebbero sviluppare e quali capacità mentali affinare se faranno lavorare costantemente per loro una IA (oggigiorno già si grattano la pancia scopiazzando a destra ed a sinistra grazie ad aggeggi telefonici).
In un futuro non troppo lontano (presumo), le capacità mentali dell'umanità che fine faranno? Stiamo andando davvero incontro ad un futuro popolato da scrittori, giornalisti, artisti, musicisti, poeti, saggi e sapienti, tuttofare dell'arte e della letteratura privi di anima, di una propria identità?
Il vero ed il falso si fonderanno senza più alcuna distinzione?