Angelo Giubileo, Il Gran Dono dell'inizio

Asino Rosso  POST

Da: Angelo Giubileo <angelogiubileo6@gmail.com> 

Scrive Giorgio de Santillana che "L'idea del Fato prende forma quando l'uomo non subisce come le bestie, ma cerca di rendersi conto e non accetta il dono d'origine,"le grand don de ne rien comprendre à notre sort". Nel discorso, la questione concerne allora essenzialmente la natura del potere relativo a ciò che <è> o accade. 
Nel mondo presocratico della Necessità ogni potere è causa e fine a se stesso. Nel mondo postsocratico della Libertà, e quindi aristotelico, il potere è invece considerato sempre in funzione di un fine pratico o ideale. Mediante codesta siffatta costruzione - di ciò che possiamo definire il punto di vista "moderno" in contrapposizione al punto di vista "antico" -, si ritiene che il potere non agisca più per se stesso ma necessiti di una causa e di un fine specifico. 
All'inizio del pensiero filosofico greco, il punto di vista degli Antichi - ciò che Heidegger chiama "il pensiero dell'inizio che è l'inizio che è" - è riassunto in modo piuttosto appropriato da un frammento di Anassimandro, così come tramandato da Simplicio: "....ἀρχήν....εἴρηκε τῶν ὄντων τὸ ἄπειρον....ἐξ ὧν δὲ ἡ γένεσίς ἐστι τοῖς οὖσι, καὶ τὴν φθορὰν εἰς ταῦτα γίνεσθαι κατὰ τὸ χρεὼν διδόναι γὰρ αὐτὰ δίκην καὶ τίσιν ἀλλήλοις τῆς ἀδικίας κατὰ τὴν τοῦ χρόνου τάξιν". Al termine della sua ricerca e analisi - così come appare nei "Sentieri interrotti", secondo la traduzione di Pietro Chiodi sottoposta al vaglio del filosofo morto a Friburgo nel 1976 - Heidegger così traduce: "… lungo il mantenimento; essi lasciano infatti appartenere l'accordo e quindi anche la cura-riguardosa dell'uno per l'altro (nella risoluzione) del disaccordo".
Angelo Giubileo