---------- ----- Da: Angelo Giubileo < angelogiubileo6@gmail.com > *Filosofo e Giornalista **su Asino Rosso blog "Magnifiche sorti e progressive...". La sintesi, che il Poeta rifugge, sta tutta qui, in quel detto che essenzialmente cancella il passato e istituisce la dittatura del presente e del futuro. Paolo non trovò accoglienza alcuna presso l'Aeropago ateniese e, ricordando l'episodio, decise di rivolgersi ai Corinzi in modo diverso, ma mai prescindendo dal messaggio relativo al secondo e quindi nuovo Avvento del già nuovo "Chrestos" platonico. Dalla tesi ebraica di un futuro "terreno", tradita dai fatti occorsi, alla tesi di un futuro "celeste" di resurrezione, teorizzando una forma di apocatastasi divina. Tutto già detto e ridetto, in epoche e millenni pregressi. E quindi davvero nulla di nuovo sotto il sole... Paolo proseguì allora nel suo viaggio e giunse a Roma, laddove trovò terreno fertile per il suo presente e futuro ...