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Fazi editore: Dario Levantino e Hilary Mantel in libreria



Da: Fazi Editore  
 
Care lettrici e cari lettori,

vi presentiamo le nostre prime uscite di settembre, da oggi nelle librerie: La violenza del mio amore di Dario Levantino, una storia di speranza e redenzione nella dura realtà di Brancaccio, e I fantasmi di una vita, il memoir di Hilary Mantel, intimo racconto di una carriera insidiata dalla sofferenza fisica ma compensata da un'immaginazione senza limiti.  

Con una prosa agile e incalzante, Dario Levantino intreccia al racconto intimo la riflessione sociale attraverso la sincerità disarmante di un ragazzo che combatte con tenacia per conquistare il suo posto nel mondo.

Quando una sera d'estate Anna torna a Palermo incinta di lui, Rosario giura a se stesso che farà di tutto per prendersi cura di lei e del figlio che porta in grembo. A Brancaccio, però, non è concesso neppure sognare senza l'approvazione del boss del quartiere e ben presto i propositi dei due ragazzi si infrangono contro le condizioni e gli ostacoli posti da Totò Mandalà. Pur costretti a vivere nello sgabuzzino di una chiesa e incapaci di ottenere una casa popolare senza piegarsi ai ricatti del boss, i due giovani non si rassegnano. I continui soprusi dei potenti e le inevitabili complicazioni che il crescere troppo in fretta porta con sé non intaccano il legame puro e profondo tra Anna e Rosario e ai due basta una barca abbandonata in riva al mare e l'affetto del fedele cane Jonathan per sfuggire alla miseria che assilla le loro giornate. La situazione precipita quando Anna partorisce una bambina prematura: annebbiato e sfinito dall'impotenza, Rosario scoprirà dentro di sé una fiamma inesauribile in grado di cancellare ogni minaccia, alimentata dall'unica cosa che conta: l'amore.

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Selezionato da «The New York Times» come uno dei cinquanta migliori memoir degli ultimi cinquant'anni, I fantasmi di una vita è l'intimo racconto di una carriera insidiata dalla sofferenza fisica ma compensata da un'immaginazione senza limiti.

Nell'Inghilterra rurale del dopoguerra, Hilary Mantel è cresciuta convinta che le imprese più straordinarie fossero alla sua portata. Dalla sparizione del padre alla morte del patrigno, la sua vita è segnata da una serie di perdite incolmabili. E poi, a diciannove anni, la malattia: nel corso di anni di diagnosi errate, la scrittrice ha subito trattamenti psichiatrici paternalistici e un intervento chirurgico distruttivo che l'ha lasciata senza speranza di avere figli. Annientata dal dolore e dalla tristezza, ha sentito il bisogno di «materializzarsi per iscritto ogni mattina», un romanzo dopo l'altro. Il resto è storia.

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