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Vitaldo Conte: Ritual Tango rosa rossa (Critica Impura)


 
 

Tu mia rosa rossa di ritual tango

nella nostra camera di lirico amore

vesti la tua nudità solo con le scarpe.

I tuoi tacchi neri a spillo sembrano lame

rosse per sedurre il mio sguardo d'amante.

Tu fremente stelo di carne esigi il ballo con me.

Io aspetto la selvaggia complice del tango metafisico. (…)

La rosa rossa antica, perduta, può essere la maschera simbolica di un mondo che non si ritrova più. Questa nostalgia è simile a quella dell'antico tanguero, cosciente dell'ineffabilità dell'attimo fuggente: «Il Tango è un pensiero triste che si balla» scrive Discepolo. La rosa rossa incarna questo percorso di passione e di struggimento. I suoi petali sbocciano sensualmente per incarnare l'emozione di una danza, visiva e vibrazionale, appassionata e assente nello stesso tempo. Come è appunto il tango…

… «Il Tango ti aspetta, non ha fretta e puoi incontrarlo e non riconoscerlo, tanto prima o poi gli cadi tra le braccia». Come è stato detto il tango è come un vizio: una volta conosciuto non puoi più staccartene.

…Il tango subisce, nel tempo, una rapida modificazione che lo proietta in una dimensione più estesa. La provocazione e la licenziosità delle origini del tango vengono "purgate", successivamente, per avere accesso nei salotti esclusivi della borghesia: a Parigi come a Buenos Aires. E' sintomatica, in tal senso, una lettera dell'11 gennaio 1914 di Marinetti dal titolo Abbasso il tango e Persifal, in cui denuncia l'illanguidimento di questa danza con i suoi cadenzati deliqui.

…Non so se la rosa rossa alchemica possa vivere ancora – oggi – nella pluralità dei tanghi danzati in dimensioni di diffusione mediatica e commerciale, continuamente ridefiniti nel loro possibile passo antico e nuevo. Probabilmente l'essenza antica del tango, che «racchiude in sé, come tutto ciò che è autentico, un segreto» (J.L. Borges), è forse ormai perduta. Le attuali sue apparenze sono da considerare una estrema maschera della nostalgia-anima del tango, come prima di un addio. Questa malinconica considerazione può far ipotizzare che oggi, fra i tanti mestieranti innamorati dei suoi esteriori adorni, possa "riemergere" di nuovo un tango antico ballato da poeti-artisti dell'anima.

Dal mio testo "Ritual Tango rosa rossa: poesia dell'anima" uscito su  https://criticaimpura.wordpress.com/2020/03/04/9297/
Vitaldo Conte









 


 


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