È la sharing economy, bellezza



Da: Newsletter Financecommunity.it  


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Newsletter N° 184 de l 27 febbraio 2019

È la sharing economy, bellezza


Di laura morelli
 

Non c'è giorno che passa in cui non si sentono storie come quella di MdotM (potete leggerne una parte nell'articolo in fondo a questo editoriale o tutta scaricando MAG) di solito vengono dall'estero - in questo caso MdotM è italianissima e sta conquistando i mercati internazionali. Sono storie di startup fintech super disruptive che attraverso la tecnologia forniscono servizi in modo molto più rapido e innovativo delle banche tradizionali.

Per le banche, lo stiamo vedendo, questo non significa che sia arrivata la fine. Significa solo che la catena produttiva si è dissolta e che quindi ciò che prima veniva realizzato tutto al proprio interno, dal sistema IT fino alla customer experience, oggi si trova al di fuori.

È la sharing economy e sta rivoluzionando anche altri business. Gli esempi sono stranoti, da AirBnb a Uber fino alle varie società di delivery. Tutti questi colossi non possiedono ciò che vendono ma riescono comunque a capitalizzare questi asset. L'industria finanziaria è chiamata a fare lo stesso.

Storicamente le banche coprivano dall'interno l'intera catena produttiva e organizzativa. Il possesso del prodotto, della tecnologia e del customer service aveva senso fino a poco tempo fa, quando le banche operavano dietro a un muro fatto di regole e di una tecnologia inflessibile. Ora questo muro si sta sgretolando. E per questo le banche dovranno essere in grado di sposare la sharing economy dei servizi finanziari e di focalizzarsi sulle loro specifiche competenze all'interno di questa catena.

La stessa evoluzione è toccata alle telecomunicazioni. Infrastrutture e servizi non sono più in capo alla stessa realtà. E chi prima aveva il controllo di tutta la catena ora è focalizzato su altro, come la fornitura si servizi tailor-made.

Questa digitalizzazione richiede non solo investimenti concreti ma anche un cambio totale del modello di business. E il problema è che l'alternativa non è molto appetibile. Il rischio è di spendere un sacco di soldi in infrastrutture tecnologiche e nella realizzazione di modelli e servizi che difficilmente però riusciranno a stare al passo con i tempi digitali. Se la tecnologia è Usain Bolt, le banche dei passeggiatori della domenica.

Aprirsi all'esterno, facendo alleanze o acquisendo servizi, può essere un modo per il sistema bancario di sopravvivere. Seppur diverso rispetto a come lo conosciamo.

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